Nei giorni scorsi si è tenuto un importante centro in Senato in merito alle adozioni internazionali ed agli ultimi fatti di cronaca correlati. Decine di famiglie italiane, infatti, sono state informate che i bambini adottati in Congo potrebbero essere stati in realtà venduti e sottratti alle famiglie. In pratica, le adozioni non sarebbero regolari. E’ quanto sta avvenendo in Italia per le adozioni in Paesi come il Congo e la Bulgaria, due delle scelte di molte famiglie che decidono di intraprendere il difficile – e spesso doloroso – cammino verso l’adozione internazionale. Il tema verrà approfondito all’interno della puntata di PresaDiretta di oggi, lunedì 20 febbraio 2017, grazie al servizio “Genitori a tutti i costi”, a cura di Giuseppe Laganà. In particolare le coppie interessate, già informate del possibile illecito, hanno inviato nei giorni scorsi una lunga lettera al premier Paolo Gentiloni, letta al tavolo del Senato in presenza dell’ex magistrato antimafia ed alla guida della Commissione Adozioni Internazionali Silvia della Monica, oltre che a Cataldo Motta, procuratore di Brindisi, il professor Fulvio Giardina, presidente Ordine degli psicologi, il fondatore di Shalom, Andrea Pio Cristiano, il Presidente del Consiglio Nazionale Forenze, Andrea Mareschin ed il responsabile Anpas per le adozioni internazionali, Luigi Negroni. 



Un tema scottante, che mette inevitabilmente al centro gli interessi dei bambini adottati e punta il dito contro le associazioni che si sono occupate delle pratiche, autorizzate dalla Commissione per le Adozioni Internazionali. “E’ già stata interessata l’autorità giudiziaria”, ha aggiunto Silvia Della Monica, sottolineando come verranno accertate le responsabilità di tutte le parti coinvolte. Nel dicembre del 2016 è stato inoltre consegnato alla Commissione un servizio giornalistico realizzato da una televisione americana, in cui un’operatrice di un brefotrofio del Congo ha ammesso le irregolarità. Nel fitto dossier, viene messo in luce inoltre, come ha affermato la Della Monica a L’Unità, il ruolo quasi inesistente del Cai in favore degli enti autorizzati, fra cui uno in particolare avrebbe reagito “con modi molto aggressivi” all’osservazione del governo. Risale al 2014 una delle tante sparizioni di sette bambini in Congo, ospiti dell’orfanotrofio di Goma e successivamente rapiti dai guerriglieri. Questo è quello che hanno ricevuto in risposta le famiglie che avevano già concluso l’iter, così come altre 150, bloccati dal Congo per sospetti di traffico illegale di adozioni. In un caso in particolare, gli enti avrebbero minacciato le famiglie di “tacere che altrimenti la Della Monica blocca tutto”. 

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