Con le consuete “modalità” poco politically correct, sul caso e scandalo Unar è intervenuto anche Vittorio Sgarbi ieri sera durante la puntata di Matrix. Il critico d’arte è un fiume in piena: «la prostituzione non è un reato, è un reato lo sfruttamento della prostituzione e la prostituzione minorile. Le prostitute e i travestiti – spiega – non devono sentirsi dire che commettono reato. Non è un reato, ma non è un’attività che prevede assistenza. Se in un’associazione si pratica  attività sessuale o prostituzione, non deve essere assistita con i soldi delle nostre tasse», e abbiamo evitato le espressioni diciamo così più colorite. Questa sera si ritorna sul “luogo del delitto” con Le Iene che tornano sul caso Unar dopo lo scandalo che ha portato le dimissioni volontarie del direttore Francesco Spano, sollevando ancora di più la bufera su rapporti Unar-Anddos. Ancora Sgarbi, «Perché un’associazione come la mia in cui si pratica attività sessuale tra uomo e donna non è assistita?!? Non capisco perché se uno è gay deve prendere un contributo in quanto discriminato. Non è affatto discriminato, è gay. Liberamente gay, serenamente gay. Non dobbiamo metterli nel ghetto di quelli che hanno bisogno assistenza. Rispettiamo i gay e non abbiamo bisogno di enti che li assistano».



Continua la polemica sullo scandalo che ha coinvolto l’Unar, accusato di aver finanziato un’associazione che praticherebbe il sesso libero ed a pagamento. L’Anddos, l’organizzazione su cui si sta puntando il dito, così come l’Arcigay ed il Circolo Mieli, ha difeso a spada tratta l’ormai ex direttore dell’Ufficio Nazionale antidiscrimazioni razziali, Francesco Spano, che ha provveduto immediatamente a difendersi. A nulla tuttavia è servito questo gesto eclatante a frenare le invettive del centrodestra. L’Italia si spacca quindi, fra chi chiede che l’Unar venga chiuso e chi invece attribuisce ogni responsabilità ai piani alti, come il deputato Paolo Grimoldi (Lega Nord) e il sottosegretario Maria Elena Boschi. Questa sera, mercoledì 22 febbraio 2017, Le Iene Show e Filippo Roma ritorneranno ad occuparsi della vicenda, in seguito al primo servizio che ha generato lo scandalo. Quella che è in realtà, dal punto di vista di Spano, una “macchina del fango”. In occasione delle dimissioni l’ex direttore ha rilasciato un’intervista a La Stampa, in cui ha sottolineato come la sua fuoriuscita dall’Unar serva più che altro a ribadire “la piena corretezza del mio operato in questo anno”. 



Si difende ancora Francesco Spano, svelando alcuni dettagli della polemica che in questi giorni si è s0llevata contro l’Unar. In base alle sue dichiarazioni, oggetto del finanziamento di 55 mila euro non sarebbe l’associazione imputata in sé (l’Anddos, ndr), ma il singolo progetto proposto dalla realtà e sottoposto al vaglio di una Commissione. Non sarebbero quindi ancora stati erogati i fondi, ma per l’ex direttore è essenziale valutare precise azioni difensive. L’accusa che lo ha visto bersaglio delle ultime invettive sarebbe stata generata inoltre, a suo dire, da “persone vigliacche che non esitano a denigrare chi compie con lealtà e correttezza il proprio dovere”. Punta il dito anche Mario Adinolfi, scrive La Stampa, contro il mondo lgbt e la presunta guerra sull’assegnazione dei fondi pubblici, così come l’ex parlamentare ed attivista gay Franco Grillini, che ha ipotizzato come l’intera vicenda potrebbe essere stata architettata da qualcuno degli esclusi dal finanziamento dell’Unar. 

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