Il 3 febbraio uscirà nelle sale cinematografiche italiane il film Vista Mare, diretto da Andrea Castoldi. Gli attori protagonisti della pellicola sono condotti da un magistrale Arturo di Tullio, che interpreta il protagonista principale, chiamato Stillitano. Prima di uscire nelle sale a inizio febbraio, il film sarà presentato in varie anteprime nazionali: il 24 e 25 gennaio a Milano, il 31 gennaio a Bologna. 



Il film narra le vicende di un gruppo di cittadini italiani poverissimi. La banda vive nell’Italia del 2020, una nazione completamente alla deriva e priva di una guida politica. Le condizioni socio-economiche dei cittadini sono disastrose, non funzionano più i collegamenti e non ci sono modi per vivere se non di espedienti. Il popolo si lascia andare di continuo a colpi di Stato, rivolte e sommosse, con continue sostituzioni di leader fantocci e tanta povertà. Stillitano vive a Milano e cerca di dare un senso alla sua vita, ma non ha più un lavoro e non riesce a tirare avanti: la sua famiglia e la sua società si stanno sgretolando intorno a sé. L’uomo, così, decide di partire alla volta del sud Italia, sperando di riuscire ad entrare in Puglia. La regione, infatti, è al collasso per via degli emigrati da tutte le altre parti d’Italia, che cercando di entrarvi in quanto è il punto d’Italia più vicino all’Albania. Proprio l’Albania è la meta sognata da Stillitano e dai suoi amici, dal momento che laggiù c’è lavoro, benessere ed un’organizzazione politica pacifica e stabile, che difficilmente lascia spazio a guerre e ad insurrezioni popolari. Gli effimeri governi italiani, per evitare che tutti si spostino in Puglia, hanno militarizzato i confini della regione, ponendo un cordone di soldati a difendere quel baluardo d’Italia. Stillitano e i suoi amici riescono lo stesso ad intrufolarsi, appropriandosi di una masseria disabitata, che eleggono a proprio quartier generale in attesa di racimolare la cifra necessaria a passare l’Adriatico e fuggire in Albania. La vista mare che si ha da questa cascina pugliese fa riflettere i protagonisti e gli spettatori sulla situazione politica attuale, mettendo il pubblico davanti al fatto compiuto che l’infelicità provoca voglia di scappare indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione e dalla provenienza. Una terra un tempo bella e prospera può trovarsi alla deriva in men che non si dica, non riuscendo a garantire prospettive per i suoi figli e spingendoli a voler cercare una vita migliore altrove. I problemi che affliggono il bacino del Mediterraneo sono guardati da Andrea Castoldi dalla prospettiva opposta, centrando il focus sulla disperazione più che sulla terra di provenienza. 



Le note di regia dello stesso Castoldi non lasciano troppo spazio all’immaginazione. Vista Mare non è un film allucinato o un ‘cosa succederebbe se…’, ma una pellicola che vuole portare lo spettatore ad avvicinarsi in punta di piedi e con rispetto al concetto di disperazione. Annusare, sentire, percepire la vita che sfugge dalle mani è un esercizio di umanità al quale il regista vuole costringere anche i più ciechi. Gettando sullo schermo pochi e scarni personaggi, il regista ha affermato di voler dare vita ad una specie di esperimento sociale volto non a deradicare le idee da ogni singolo spettatore, ma a sollevare un dibattito volto a portare all’attenzione di tutti l’unica categoria alla quale si appartiene: quella umana.

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