Ospite alla trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa ci sarà l’ex calciatore ed ora dirigente sportivo italiano Sandro Mazzola. L’ex bandiera dell’Inter parlerà ai microfono di Fazio delle sue pesanti dichiarazioni rilasciate nell’ultimo periodo (ma passate quasi inosservate dal punto di vista mediatico) sui suoi trascorsi all’Inter con l’allenatore Herrera e non solo. Mazzola risponderà anche della sua attuale vita privata e di un possibile ritorno a pieno titolo nel calcio da dirigente o da commentatore televisivo. 



Sandro, all’anagrafe Alessandro Mazzola, nasce a Torino nel 1942. Figlio del leggendario Valentino Mazzola, bandiera del Grande Torino degli anni ’40, e fratello maggiore di Ferruccio anch’egli diventato poi calciatore, Sandro fu notato da Giuseppe Meazza nel settore giovanile dell’Inter e anche grazie a lui riuscì ad esordire in Serie A già all’età di 19 anni contro la Juventus, nel 1961, in una partita insolita in quanto l’allenatore nerazzurro Herrera fu costretto dal presidente ad inserire per protesta la formazione minore. Il risultato fu infatti di 9-1 per i bianconeri e proprio Mazzola mise a segno l’inutile gol della bandiera. Guidata dal grande Helenio Herrera, però, la squadra riuscì a divenire una delle formazioni più forti d’Europa fra il 1963 ed il 1965, quando grazie ai successi in campionato e Coppa dei Campioni venne ribattezzata la Grande Inter. Mazzola fu subito protagonista dei trionfi dell’Inter giocando da attaccante ed ottenendo il titolo di capocannoniere nella Serie A 64-65, e segnando le due reti decisive nella finale di Coppa Campioni giocata a Vienna contro il Real. Nel 1967, sempre sotto la guida dell’argentino Herrera, Mazzola tornò ai livelli di due anni prima e realizzò uno dei gol più belli della storia della Coppa contro il Vasas, mentre a nulla servì il suo gol con cui i nerazzurri passarono in vantaggio contro il Celtic nella finale. Il 1971 fu un altro anno importante per la carriera di Mazzola, che arrivò secondo dietro a Cruijff nella classifica del pallone d’oro, e nello stesso anno vinse con l’Inter il suo quarto scudetto passando in una posizione di campo più arretrata rispetto ai primissimi anni di carriera. Dopo altri 6 anni all’Inter, squadra che non ha mai abbandonato nel corso della sua carriera, Mazzola abbandonò il calcio giocato nel 1977 all’età di 35 anni con oltre 100 gol realizzati in Serie A e 565 presenze coi nerazzurri. 



Prolifica e felice fu anche l’esperienza in Nazionale, per cui Mazzola iniziò a giocare sin dal 1963 esordendo con un gol contro il Brasile di Pelè. Dopo le convocazioni agli Europei del 1966 e del 1968 (che l’Italia vinse sotto la guida di Valcareggi), Mazzola partecipò ai Mondiali in Messico nel 1970, anno in cui fu celebre la sua staffetta con il compagno e campione milanista Gianni Rivera ed in cui gli Azzurri finirono secondi dietro al Brasile. Dopo il Mondiale del 1974 vinto dalla Germania, Mazzola lasciò la Nazionale con 70 presenze e 22 reti, dedicandosi esclusivamente a concludere la carriera con la maglia dell’Inter. Lasciato il calcio giocato, Mazzola si è distinto come dirigente prima nelle fila stesse dei nerazzurri, poi al Genoa negli anni ’80. Fra il 1995 ed il 1999, invece, fu il principale responsabile di mercato per i nerazzurri, prima di essere sostituito da Lele Oriali.  Proprio sulla sua esperienza in Nazionale, Mazzola, noto per non avere particolari peli sulla lingua quando rilascia dichiarazioni, ha raccontato alcuni aneddoti su alcune partite dei Mondiali del ’70 e del ’74, che potrebbero accendere vecchi dibattiti.

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