Ci sono volte, e questa volta è una di quelle volte (e per questa volta, non stiamo parlando di architettura), che fanno venire una… Arabia inaudita! A chi stiamo alludendo? Stavolta l’allusione rivolta agli emiri del Golfo è palese, no? Che si parli di sport, di viaggi, di infrastrutture tra le più disparate, di tecnologia, di sogni a occhi aperti… insomma, si parli di qualsiasi cosa, loro, al pari dei cinesi, altro non sanno fare che cose esagerate. Se le mettiamo in fila, rischieremmo forse di essere esagerati pure noi? Giudicate da soli!



Esagerazione numero 1. In Champions League il Psg del principe qatariota Al Khelaifi, dopo aver rifilato all’andata quattro pere al mitico Barcellona, al ritorno in terra di Catalogna s’è squagliato come neve al sole (forse perché in Qatar le temperature medie sfiorano i 40°); al cospetto della triade Messi-Suarez-Neymar, lo score parla di sei reti incassate, equivalenti alla più umiliante remuntada nella storia mondiale del calcio. Le statistiche sono implacabili: per ben 185 volte su 185 il 4-0 non era mai stato rimontato. Ora, agli emiri del Golfo incassare (e al contempo spendere, va riconosciuto) è sempre piaciuto un sacco; quello che forse non è mai ben entrato nella loro zucca è il fatto che in tutto il mondo, non solo qui in Occidente (e particolarmente quando si parla di sport), il verbo incassare (soprattutto se si parla di reti subite), ha una valenza negativa. Nel frattempo la Barcata di gol, oltre a scatenare la rivolta e la delusione dei tifosi parigini, un effetto lo ha sortito anche in Qatar: nei bazar, ai crocicchi delle strade o nei grattacieli di Doha, è già di moda un nuovo modo di dire: “andare in Barca”. Nessuna allusione a yacht o fuoribordo, ma pesante riferimento alla perdita di controllo, alla totale confusione di chi si trova incapace di raccapezzarsi… e va nel pallone!



Esagerazione numero 2. “Tappeto rosso a Giacarta per re Salman dell’Arabia Saudita, sbarcato in visita di Stato. Il sovrano ha con sé un bagaglio da 459 tonnellate, comprese due Mercedes S600s. Per il viaggio sono stati necessari 27 voli diretti nella capitale indonesiana. Altri 9 aerei sono andati direttamente a Bali, dove re Salman trascorrerà qualche giorno di riposo prima di proseguire nella sua missione in Asia che lo porterà anche in Brunei, Giappone, Cina e Maldive”.

Scusate: ma come si fa a mettere in valigia una Mercedes S600s? Come si ripiega il cofano? Come si carica tutto quel popo’ di roba sul tapis roulant del check in in aeroporto? E soprattutto: visto che una regola aurea della guida pratica Come fare una valigia a regola d’arte recita “Mettete tutto quello che dovete infilare nel trolley ordinatamente e diligentemente sul letto”, a quante piazze è quello di re Salman? Attendiamo risposte.



Va detto che questo particolare record ha reso il sovrano simpatico a molte delle nostre mogli. Per non parlare delle suocere. Ce le immaginiamo, ritte in piedi, davanti alla nostra modesta automobile, irriverenti al cospetto del nostro sudore. “Vedi, tu imprechi alla sola idea di riempire il bagagliaio della tua Panda e a mettere sopra il tetto della macchina un piccolo portapacchi. Lui, il Salman, non ha fatto una piega: e scommetto che non ci ha messo neanche tanto a caricare le sue 459 tonnellate di bagagli!”.

Comunque, il carico abbondante qualche problemino lo può sempre creare. Sembra che, immediatamente dopo l’atterraggio, Quinta, una delle mogli del suo harem (impossibile capire se il nome proprio si riferisce al numero del matrimonio o alla taglia del reggiseno) abbia esclamato: “Caro, hai per caso visto quel chador a fiori che volevo mettermi per la parata militare di rappresentanza?”. Panico tra gli addetti al vestiario e personale vario: su quale dei 27 aerei sarà mai finito il chador in questione?

Esagerazione numero 3. In vista di Expo 2020 a Dubai sorgerà Aladdin City: case e centri commerciali adagiati sull’acqua e ispirati alle favole di Aladino e di Sinbad. In pratica, un piccolo regno dello shopping dove ogni desiderio (da ricchi) trovi soddisfazione. La costruzione, avviata l’anno scorso,dovrebbe essere completata entro il 2018. Là dove oggi si trovano le banchine del porto, nel giro di un paio d’anni gli emiri sognano di veder brillare tre torri costruite come palafitte, a forma di cipolla e con un rivestimento dorato, così da far ricordare, con un po’ di immaginazione, la lampada di Aladino, da cui appunto il nome del progetto. 

L’idea degli emiri è quella di una piccola città dove tutto brilli di pulito, perché strofinare sarà l’attività principale: data l’atmosfera e la favola in questione, è quasi d’obbligo. Eppure un problema c’è, e non di poco conto, tant’è vero che la cosa li fa molto… arabiare: non si trova nessuno disposto a fare il sindaco. Per quale motivo? Beh, sinora tutti i candidati hanno declinato l’invito sostenendo che per amministrare Aladdin City ci vorrebbe… un genio!