Si sente più a suo agio nel ruolo di attivista che in quello di diva di Hollywood: lo ha ammesso la stessa attrice, protagonista di una conferenza alla London School of Economics per discutere di “Donne, pace e sicurezza”. All’ateneo londinese ha portato la sua decennale esperienza da inviata speciale dell’Onu: si è occupata, ad esempio, di stupro come arma di guerra e del destino dei bambini strappati ai loro villaggi nelle guerre africane. Ma Angelina Jolie, che stiamo rivedendo in tv grazie allo spot del profumo Guerlain, davanti al pubblico di economisti avrebbe potuto parlare della sua innata capacità di reinventarsi, di cambiare il suo “marchio”, che nel marketing viene definita “rebranding”. La metamorfosi di Angelina Jolie è evidente e ne ha parlato anche il Corriere della Sera: nel 2000 era la giovane attrice “maledetta” che agli Oscar baciava il fratello sulla bocca, che rivelava le pratiche sadomasochiste con l’allora marito Billy Bob Thornton. Nonostante ciò, l’attrice è diventata una credibile ambasciatrice Onu. Ha abbandonato la comunità di Hollywood dopo il divorzio da Brad Pitt, che ha invece attirato l’affetto dei colleghi, e sta recitando sempre meno. Sceglie la regia di film difficili e si veste sempre allo stesso modo per far sembrare tutte uguali le sue foto, abbattendone così il valore commerciale. Torna a fare pubblicità e si fa dirigere da Terrence Malick, poi dona in beneficenza il suo compenso. Angelina Jolie è un’anti celebrity: preferisce non rilasciare interviste e non replicare alle continue voci sul suo conto. Così è riuscita a passare dal red carpet alla Camera dei Lord, al Palazzo di Vetro dell’Onu e alla London School of Economics.



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