Scontro tra social e realtà, tra comunicazione via chat, cuori ,like, e comunicazione diretta, occhi negli occhi. Cuore a cuore, pelle a pelle, amore per amore, vita per vita. Ma Beata Ignoranza non è solo questo. Beata Ignoranza è Nina, interpretata da una Teresa Romagnoli magistrale, divina oserei dire. Nina è una figlia divisa tra due padri, nessuno degno della sua purezza, nessuno degno delle proprie responsabilità, due papà che scappano e fanno i conti con la realtà del vero amore, quello che non ha né i ma né i se… ma li trovano improvvisamente solo quando sono messi alle strette. Uno totalmente asociale (Marco Giallini) l’altro dipendente dai social e dipendente da tutto ciò che ne concerne (Alessandro Gassman). Nina sceglie di richiamarli per un format televisivo a distanza di dieci anni, e loro dopo diversi scetticismi accettano. Qui scatta l’amore puro, vero, il mettersi in gioco perché una parte di noi scava nella propria coscienza e cerca il meglio anche quello che non credevamo di avere. Massimiliano Bruno ha toccato argomenti profondi con la delicatezza di chi smuove un vaso di cristallo. Ha saputo scindere l’ironia, il disagio di non riconoscersi e la paura di fare i conti con la propria anima in un modo che solo il più attento osservatore può notare. La fine delle favole, è una “non fine” è solo una vita che avanza, nella speranza che tutto, un domani, possa essere migliori di ciò che noi stessi siamo stati per la nostra vita. Beata Ignoranza è la storia delle storie.