Un tirchio quasi perfetto, l’ultimo film di Fred Canayè, non fa risparmiare risate ai suoi spettatori. Come protagonista compare non a caso il campione della commedia francese: Dany Boon. In questa pellicola interpreta un signore che pensa tutto il giorno a risparmiare per poter pian piano ingrossare il suo cospicuo conto in banca. I livelli che raggiunge il personaggio che interpreta, François Gautier, nell’essere parsimonioso sono talmente maniacali che non possono che provocare le risate del pubblico. Fin dall’inizio l’occhio della telecamera segue ad esempio Gautier mentre fa la spesa con la calcolatrice in mano per sapere quanto ha speso prima ancora della cassiera, utilizzando un incrocio di sconti e buoni che neanche Zio Paperone in persona si sognerebbe.



La vita povera di emozioni di quest’uomo che indossa un solo vestito come i fumetti per risparmiare riceve un primo scossone quando capisce che gli piace una giovane violoncellista, interpretata dalla bella Laurence Arné, grazie alla quale scopre che è avaro anche sui sentimenti, poiché intuisce che prendersi cura di qualcuno significa spendersi, e spendere, per lei. Una seconda crepa alla corazza della sua tirchieria è causata dall’arrivo improvviso di una ragazza che dice di essere sua figlia, nata in maniera involontaria a causa di un profilattico gratuito, quelli solitamente usati da Gautier per risparmiare.



Queste due donne spingeranno François a prendersi cura degli altri tra numerose gaffe e fraintendimenti memorabili, come quello che vede l’intero quartiere dove abita finir per credere che ha sempre risparmiato per donare i suoi soldi a uno sparuto gruppo di orfanelli in Messico.

Dopo un po’ lo spettatore potrebbe correre il rischio di rilassarsi e godersi piacevolmente la commedia, ma è quel punto che emerge la bravura del regista e degli attori. Canayè infatti è noto per aver girato film drammatici e con quest’opera è in realtà alla sua prima commedia. Nonostante questo riesce ad azzeccare perfettamente i tempi e gli stacchi di telecamera con i relativi cambi scena. Di più. Via via che la storia prosegue i tre protagonisti sopra citati acquistano uno spessore umano, anche drammatico, che li salva dall’essere semplici macchiette comiche, ma autentiche persone che invitano con le loro vicissitudini a prendere sul serio i temi della paternità, dell’amore e della gratuità.



Una vera commedia, per essere veramente grandiosa, deve riuscire nel difficile compito di strappare una lacrima a chi la segue, e allo stesso tempo finire lasciando un sorriso sul volto dello spettatore. Canayè con questo film ci riesce, o almeno con molti ci riuscirà. Forse quelli che non si commuoveranno saranno proprio come il signor Gautier, avari di sentimenti, ma in fondo proprio per loro è stato pensato questo film!