La battaglia cruciale Taxi-Uber prevede in realtà un terzo “incomodo”: Ncc. Le tre categorie di trasporti a quattro ruote sono entrate in rotta di collisione a causa del futuro previsto per la mobilità urbana non di linea, che potrebbe frenare o promuovere l’apertura verso il mercato. Lo sciopero nazionale indetto dalle sigle sindacali nei giorni scorsi sono il risultato di conflitti e interessi che rischiano di compromettere lo sviluppo. Questa sera, domenica 26 marzo 2017, Le Iene Show approfondiranno l’argomento grazie all’inchiesta di Marco Maisano. L’inviato si è già occupao della vicenda nelle precedenti puntate, ma questa volta arricchirà la tematica grazie a interviste inedite e testimonianze dei principali attori. A creare il disagio maggiore, sottolinea Il Sole 24 Ore, è che la querelle Taxi-Uber toglie dalla competizione le nostre metropoli con le realtà europee, che hanno adottato già da tempo le ultime innovazioni tecnologiche. 



A smuovere il polverone maggiore è la categoria Taxi, che imputa ormai dalla sua entrata nel territorio italiano, il concorrente Uber. Quest’ultimo, secondo i sidacati dei tassisti, dovrebbe limitarsi ad aree controllate, lontane dalle piazze e dai centri di raccolta che per diverse decadi sono stati in mano ai taxi. Nei giorni scorsi, Uber ha visto sfumare la possibilità di una vittoria legale a causa della decisione del Tribunale di Torino di imputare a UberPop una concorrenza sleale. Il colosso del trasporto di ultima generazione aveva in realtà intentato causa contro le associazioni tassisti, ma si è visto respingere il ricorso. Una conferma della sentenza emessa due anni fa dai giudici di Milano, quindi, che avevano accolto la protesta dei tassisti. La sentenza, sottolinea La Stampa, inibisce alla società di usare la app UberPop sul territorio italiano e qualsiasi servizio atto alla diffusione e promozione dei servizi offerti in qualsiasi modalità, durata e tempistica. 

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