Le altre culture vanno accettate, ma di certo dove ci sono cose come queste è difficile comprenderle. E’ quello che ha provato a fare Marco Maisano a Le Iene Show andando a parlare con la famiglia di Mahmud un ragazzo marocchino omosessuale che la famiglia rifiuta. Le parole del padre sono state chiare quando ha sottolineato di voler far curare il figlio da quella che per lui è una malattia. La cosa che stupisce più di tutte è l’atteggiamento della sorella di questo ragazzo, una sedicenne che per motivi di privacy ha parlato col viso oscurato. Marco Maisano le fa notare come può comprendere i genitori che provengono da un’altra cultura, ma non capisce lei che è nata e cresciuta in Italia. L’inviato delle Iene spera di poter ottenere dalla ragazza l’intervento giusto per far capire ai genitori come stanno le cose. La ragazza però sottolinea che anche se nata in Italia non dimentica la sua religione che condanna queste situazioni, considerate un peccato imperdonabile. Situazioni difficili che il mondo deve imparare a capire per andare avanti e rispettare chi si dovrebbe sentire non colpevole ma libero di amare. (agg. di Matteo Fantozzi)
“Sono gay, ma non posso dirlo. Mi picchierebbero tutti”. Parole che potrebbero essere attribuite a chiunque, ma che in questo caso sono di un ragazzo marocchino omosessuale. Uno dei tanti che vivono in un clima di terrore e repressione, ma che hanno in comune lo stesso filo conduttore. In Marocco, infatti, l’omosessualità è considerata un reato e viene punita con condanne che possono prevedere anche tre anni di carcere. Questa sera, mercoledì 29 marzo 2017, Le Iene Show e Marco Paisano racconteranno la storia di un ragazzo di 19 anni, omosessuale e in Marocco. Secondo la legge locale essere gay è un “reato contro natura”, in base all’articolo 489 del codice penale del Paese. La particolarità del caso che verrà trattato dalla trasmissione di Italia 1, riguarda in realtà un altro dato, ovvero che il ragazzo in questione è italiano. O meglio, italiano e di origini marocchine, e proprio per questo e per la sua omosessualità, è stato convinto con l’inganno a lasciare il nostro Paese ed una volta sul posto gli è stato sequestrato il passaporto. Impossibile quindi per il 19enne rientrare in Italia ed è per questo che ha lanciato una richiesta d’aiuto.
I disordini collegati all’omosessualità sono all’ordine del giorno in Marocco e non guardano in faccia a nessuno. Uomini e donne vengono costantemente vessati dalla popolazione, spesso proprio dalla famiglia. Secondo la Uman Rights Watch e Amnesty International, così come per altre organizzazioni umanitarie, in Marocco esiste un tabù dell’omosessualità e la legge in vigore non fa che penalizzare le relazioni gay, un vero e proprio attentato ai diritti dell’individuo ed alla sua libertà. Negli anni, Gay.it ha portato avanti una vera e propria campagna di sensibilizzazione, non solo per informare gli italiani sulle problematiche che si potrebbero riscontrare all’estero, ma anche per impedire che coppie o single gay in vacanza, possano finire nel mirino delle autorità. Essere omosessuali, visto in quest’ottica, è quindi un lusso ed in Marocco il prezzo è troppo alto. Nelle situazioni migliori, infatti, è previsto il carcere, ma spesso le pagine di cronaca locali rimandano tutt’altro. Aggressioni, pestaggi e addirittura tentativi di linciaggio, perché a reprimere i gay non sono solo le autorità marocchine, ma i cittadini stessi.