Levante, al secolo Claudia Lagona, era già stata invitata a Che Tempo Che Fa per parlare della sua collaborazione con Fedez e J-Ax nel singolo “Assenzio”. Un lavoro che ha scalato i vertici della classifica italiana e ha polverizzato in poche settimane la playlist dei video più visti su YouTube con oltre 40 milioni di visualizzazioni. Levante viene da una buona gavetta con etichette indipendenti come Atollo Records e INRi e approda al successo con il brano “Alfonso”, diventato celebre per il ritornello delirante in cui la cantante si sfoga contro le difficoltà quotidiane della vita partecipando a una festa in cui tutti sembrano divertirsi tranne lei. Il video, colorato e ironico, ha fatto da apripista al lancio dell’album “Manuale distruzione” che ha lanciato definitivamente la sua carriera.
Nel salotto di Fabio Fazio presenterà il nuovo disco, “Nel caos di stanze stupefacenti” da cui è tratto il singolo “Non me ne frega niente”, in rotazione radiofonica dall’inizio di febbraio. Malgrado le sue canzoni abbiano incontrato il favore di pubblico e critica, il suo debutto nella letteratura con il romanzo “Se non ti vedo non esisti” è stato accostato, per toni della storia e stile di scrittura, a un Harmony di terza categoria. Un po’ young adult, un po’ Sophia Kinsella, il libricino si perde in un corollario di caratteri femminili frivoli e femministe aggressive incapaci di trovare un equilibrio nelle loro vite. L’introspezione che Levante vorrebbe dare alle sue protagoniste, si perde nel pozzo di metafore troppo lievi. La banalità del lessico usato, con un respiro da copywriter, infarcito di slogan e slang, più che da scrittrice, condanna il romanzo a una fine triste. Quello che colpisce è come la cantante abbia fatto a scrivere qualcosa di così freddino, quando le sue canzoni sono di uno spessore decisamente maggiore.
, è entrata nell’universo mainstream forse troppo presto e avrebbe dovuto coltivare la sua originalità un po’ di più prima di buttarsi in una formula espressiva che ricicla i suoi fasti. La Lagona è un’autrice di razza, copia bene sè stessa, e la sua ricerca linguistica è importante in un genere alternativo che sacrifica spesso le parole in funzione del suono. Levante, accantonata la prova letteraria deludente, inizierà un nuovo tour a maggio nelle principali città italiane. Le sue performance presentano un’estetica invidiabile, ricche di dinamismo e sorprese sul piano visivo, che le hanno fatto guadagnare più volte premi importanti per la miglior esibizione dal vivo. Non dimentichiamo infatti che l’artista catanese è stata scelta dopo il boom di “Alfonso” per aprire le tournèe di Max Gazzè, un altro pezzo da novanta della musica italiana, diventato famoso proprio per il suo eclettismo dal vivo e l’uso superbo del suo strumento musicale preferito, il basso.
Non è la classica musicista da tastiera, che è perfetta in studio ma dal vivo non funziona. La ragazza ha capito la linea di frontiera tra i numeri di Spotify e la realtà del palco, già molto prima di approdare al successo, perchè il suo impegno nella musica è iniziato proprio con le serate nei piccoli locali. Oggi Levante ammicca al sound nordico, la cassa dritta e il rullante smorzato, forte di un percorso distintivo che la inserisce a metà tra l’immagine della cantautrice delle isterie quotidiane e quella disimpegnata. L’anima elettronica è ancora molto presente e questo non è affatto una caratteristica negativa in un mercato dominato dal classico pop all’italiana.