Sbarca in Italia “In between”, un film pluripremiato ai festival internazionali del cinema e che di fatto rappresenta un tentativo di Sex and the city arabeggiante, ambientato in Israele ma con tre ragazze palestinesi come protagoniste. Libere disobbedienti innamorate – In between, il film della regista palestinese Maysaloun Hamoud, con Mouna Hawa, Sana Jammelieh e Shaden Kanboura. Premiato al festival di Toronto, al festival di San Sebastian e a quello di Haifa, il film sarà nelle sale italiane dal 6 aprile. Una rivoluzione, un tentativo di raccontare una libertà diversa ad un mondo arabo ed ebraico che sulle “libertà” in stile Usa (sesso, droga e musica) ancora molto restii all’argomento; eppure qualcosa forse non convince, o meglio, fa riflettere sul tentativo di allargare una modalità occidentale di rappresentare la realtà anche al mondo del Medio Oriente, così misterioso e spesso lontano dal nostro. Sono tre ragazze palestinesi, vengono rispettivamente da Nazareth, Tarshiha e Umm al-Fahm e vivono insieme a Tel Aviv. «Tre giovani donne che amano, ridono, bevono, fumano, inseguono desideri e sogni. Laila e Salma – gran voglia di vivere e anticonformismo prepotente – hanno un compito: sbriciolare le insicurezze e le diffidenze delle nuova coinquilina-amica», riporta la recensione di Repubblica, che mette il trailer video in anteprima.
Infatti Nour, la ragazza modello e figlia di tradizionalisti, verrà portata sulla “via della perdizione” o della libertà, sta a voi capirlo, per aprirla finalmente alla realtà di tutti i giorni. Già, ma quella realtà è l’insegnamento più interessante che il mondo occidentale può dare ai nemici-amici d’oriente? Una vita alla Carrie Bradshaw di Sex and the city è tutto quanto di più interessante che può essere “educato” al vicino Oriente? Le parole della regista Maysaloun Hamoud sono molto interessanti anche per capire che taglio dà nel film a questa ricerca di libertà “altra” e riflettono tutto l’equivoco che l’occidente ormai è diventato. «Ho cercato di raccontare il prezzo che queste ragazze devono pagare – continua Hamoud – per una condizione che normalmente può apparire scontata: la libertà di lavorare, fare festa, fare l’amore, scegliere. Laila, Salma e Nour scelgono, appunto, di non voltarsi a guardare indietro anche se il loro viaggio verso il futuro è lontano da qualunque certezza». Questo è tutto quanto le giovani ragazza palestinesi possono vedere in noi e nel nostro modo di vivere la realtà, il cinema, l’amicizia e l’amore?