Questa sera, giovedì 9 marzo, va in onda su Rai 2 un nuovo appuntamento con la trasmissione Nemo, nessuno escluso condotto da Enrico Lucci con la collaborazione di Valentina Petrini. Tra gli ospiti che interverranno nel corso della puntata c’è anche il Governatore della Puglia e candidato al ruolo di segretario nazionale del Partito Democratico Michele Emiliano. In attesa di conoscere il pensiero del politico pugliese negli ultimi giorni più al centro che mai nelle discussioni di politica nazionale, vi segnaliamo un piccolo anticipo di un’intervista che lo stesso Emiliano ha rilasciato ad un Enrico Lucci in versione comunista. Emiliano parlando della vicenda Tiziano Renzi, padre dell’ex Premier, ha glissato dicendosi non propenso a fare opera di ‘sciacallaggio’ anche perché questo spesso finisce per aiutare (il riferimento è alla corsa alla poltrona di segretario Pd). Per quanto concerne eventuali alleanze politiche nel caso dovesse diventare segretario chiude in maniera convinta a Forza Italia mentre apre al Movimento Cinque Stelle rimarcando come abbia parecchio in comune con l’elettorato del M5S.



Negli ultimi giorni in merito alla polemica relativa ai vaccini, Michele Emiliano si è schierato contro la loro obbligatorietà ritenendola un chiaro favore alla lobby farmaceutica. Una posizione cui Renzi ha risposto affermando come si tratti invece di un favore alla salute dei cittadini. Il governatore della Puglia ha inoltre messo in essere un duro attacco a Luca Lotti, il ministro accusato di reati gravissimi nell’ambito dell’inchiesta Consip. Secondo Emiliano, infatti, il quadro che starebbe emergendo giorno dopo giorno sarebbe assolutamente desolante e tale da consigliare un passo indietro. Inoltre ha accusato Renzi di aver assunto un sistema del tutto incoerente, assumendo cioè impegni con il proprio elettorato che verrebbero puntualmente disattesi dalle decisioni prese. Ha infine anche criticato la decisione del Guardasigilli, Orlando, di scendere in campo alle primarie, proprio in considerazione del suo essere stato ministro nel governo guidato da Renzi, il che lo renderebbe inadatto a vincere le prossime politiche.



Nato a Bari nel luglio del 1959, Michele Emiliano ha passato gli anni dal 1962 al 1968 a Bologna, ove si era trasferito al seguito della famiglia. Rientrato nel capoluogo pugliese ha quindi completato gli studi, laureandosi in Giurisprudenza, per poi entrare in magistratura. Dopo un periodo in Sicilia, ove ha avuto occasione di conoscere Giovanni Falcone, è tornato in Puglia, occupandosi di criminalità organizzata sino al 2003, quando ha deciso di darsi alla politica. Diventato sindaco di Bari alla guida di una lista di centrosinistra, ha tenuto la poltrona di primo cittadino per un decennio, prima di scendere in campo per la successione a Nichi Vendola. Una decisione che ha scatenato non poche polemiche, anche per l’eterogeneità della lista a suo sostegno, nella quale erano presenti spezzoni del centrodestra. Alle regionali ha comunque trionfato abbastanza agevolmente, iniziando a lavorare per dare continuità all’operato del suo predecessore. Se però in un primo momento è stato tra i sostenitori del nuovo corso di Matteo Renzi all’interno del Partito Democratico, quello in cui milita, con il passare dei mesi si è sempre più staccato dall’orbita del Presidente del Consiglio sino a scendere in campo personalmente nel referendum contro le trivellazioni in mare, apertamente boicottato dal Premier e dal suo partito. Ormai entrato in rotta di collisione con la maggioranza del PD, Emiliano ha deciso di uscire allo scoperto nel corso dell’ultima Direzione Nazionale, ufficializzando dopo un lungo tira e molla la sua candidatura ai vertici.

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