La notizia sembra incredibile ed invece… tutto fa brand! Ecco perché, Victoria Beckham ha registrato il nome della figlia di nemmeno cinque anni trasformandolo in un vero marchio. La piccola Harper è l’ultima arrivata in casa di Victoria e David dopo la nascita di Brooklyn (18 anni), Romeo (14) e Cruz (12). E così, l’ex “ragazza speziata”, ha trasformato la sua famiglia in una vero brand di straordinario successo. Harper infatti, oltre al nome della quartogenita di casa Beckham è anche associato a profumi, lip gloss, libri, ombrelli, bambole, abbigliamento per bambini, musica e addirittura creme antirughe. Ma non pare finire qui in quanto, il marchio del nome Harper Beckham è stato registrato anche per venire usato nel campo dello spettacolo. L’ex Spice Girl trasformerà presto la sua figlioletta in una popstar di tutto rispetto? Durante il passato dicembre, proprio David e Victoria avevano registrato i nomi dei tre figli maschi trasformando – di fatto – l’intera famiglia in un vero prodotto aziendale di grande successo, fama e popolarità.



DailyMail per l’occasione ha avuto modo di raggiungere Oliver Bray, avvocato specializzato proprio in questo campo e che, ha voluto interpretare la nuova mossa strategica della coppia David-Victoria: “Ai fini del controllo della propria immagine, questa è una mossa sacrosanta”. Successivamente il noto legale ha precisato: “Un marchio di fabbrica potente come quello dei Beckham si regge su dinamiche complesse, hanno gli occhi del mondo intero puntato su di loro e, soprattutto in tempi come questi in cui manipolare attraverso il web o i social network è semplicissimo, marcare il territorio è quasi un obbligo. Soprattutto se sono coinvolti minori, come Harper in questo caso”. Una cosa appare chiara: l’unione dei Beckham è una vera miniera d’oro. La coppia infatti, nell’arco dei loro 17 anni di matrimonio, hanno chiaramente creato un effettivo impero milionario. Naturalmente, questa nuova mossa di marketing è stata soggetto di critiche dopo la recente polemica dello scorso Natale quando il figlio 12enne aveva inciso una canzone a scopo benefico.

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