Questa notte, sabato 15 aprile 2017, a partire dalle 24:00, Un giorno in pretura ritornerà sul piccolo schermo di Rai 3 per approfondire il delitto di Avetrana. La morte di Sarah Scazzi, del cui omicidio sono state accusate e condannate Sabrina Misseri e Cosima Serrano, continua a presentare molti punti oscuri. Le due donne, madre e figlia, sono infatti state condannate all’ergastolo anche grazie al verdetto della Cassazione, mentre la difesa continua a credere che ci sia stato un grande errore giudiziario nell’intera vicenda. In particolare, Un giorno in pretura si concentrerà sulla figura di Cosima Serrano, zia di Sarah Scazzi, e di come gli inquirenti abbiano stretto il cerchio attorno alla donna. Si vaglieranno le motivazioni di accusa e difesa e di come i media abbiano influenzato le indagini, nel periodo in cui erano ancora in corso. In queste ultime settimane, la stampa si è occupata inoltre di una novità che riguarda il delitto di Sarah Scazzi. Il giallo verrà messo in scena infatti grazie ad un docufilm realizzato da Il Terzo Indizio, la trasmissione Mediaset con alla guida Barbara De Rossi.
Meno di una settimana fa, Michele Misseri è ritornato ad occupare le pagine di cronaca italiana. Lo zio di Sarah Scazzi, la ragazzina uccisa nel 2010, è finito nuovamente in carcere grazie all’ultima sentenza della Cassazione. Dovrà scontare 8 anni per l’accusa di soppressione di cadavere, detenuto a Borgo San Nicola, a Lecce. Ed è qui che Michele Misseri sarebbe stato colto da un malore, come sottolinea La Repubblica, che ha convinto i medici a trasportarlo immediatamente all’ospedale Vito Fazzi per eseguire ulteriori accertamenti. Al termine delle analisi, Misseri è stato dimesso dal pronto soccorso, sempre accompagnato dagli agenti della Polizia Penitenziaria. Si è trattato alla fine di un falso allarme, mentre lo zio di Sarah Scazzi continua a difendere moglie e figlia, Sabrina Misseri e Cosima Serrano, giudicandole innocenti per l’omicidio della ragazzina. I giudici, invece, hanno concluso che le due donne sono colpevoli di omicidio e per questo condannate all’ergastolo. Al centro di tutto la gelosia che Sabrina nutriva nei confronti della cuginetta, per via del suo interesse per un ragazzo che piaceva ad entrambe.