“Dammi tre parole…sole, cuore, amore”: un ritornello che è stata la fortuna – e allo stesso tempo la condanna – di Valeria Rossi. La cantautrice originaria di Tripoli trapiantata a Roma, che da pochi anni vive in Maremma, sarà chiamata a sfoderarlo nuovamente nella puntata di oggi di Furore, il programma di Rai Due che non a caso è stato definito dal conduttore Alessandro Greco la “discoteca degli italiani”. E al ritmo di Tre Parole hanno ballato e cantato in tanti nel corso degli anni: era l’estate del 2001 quando la Rossi, scartata da Sanremo Giovani, conquistò la vetta della hit parade con un ritmo semplice e orecchiabile, capace di conquistare tutte le fasce d’età della platea musicale italiana. Da quel momento, però, nulla è stato più lo stesso: perché il pubblico si attendeva da Valeria Rossi nuove “tre parole”, e l’impresa di dar vita ad un tormentone simile non era impresa da poco. “Luna di lana”, melodia soft e versi stile filastrocca, non riuscì a ripetere i fasti del suo predecessore. Da allora Valeria ha capito che eguagliare il successo di quelle tre parole era praticamente impossibile. Per questo ha deciso di dedicarsi all’attività d’autrice: ha scritto pezzi per Mietta e Jessica Brando, e collaborato con Andrea Bocelli. Cercare nuove parole – diverse da sole, cuore, amore – continua ad essere la sua missione.



Valeria Rossi ospite a Furore su Rai Due: una presenza che farà felice chi ogni tanto si è chiesto che fine avesse fatto la cantante di Tre parole. In un’intervista di qualche anno fa ad Excite, la cantante ammise di aver fatto fatica a gestire a dovere il successo:”Sul momento quella cosa là mi fece sembrare tutto facile, ovviamente niente è facile, banalmente continuai a scrivere e a lavorare nel mondo della musica con le difficoltà di sempre che conoscono tutti quelli che ci lavorano”. Valeria Rossi ha anche una sua spiegazione sul perché non riuscì a ripetersi su quei livelli di successo:”Non è “la gente”, è…l’Agente che fa parlare di te, perfino quando non ci sono argomenti. Tutti quelli che hanno spazi se li sono in qualche modo acquisiti, con un gran lavoro dietro e parecchio investimento di risorse e denaro”. In ogni caso l’artista non sembra pentita del percorso intrapreso da autrice, lontana dai riflettori:”Rimanere popolari è l’eccezione e c’è da capire cosa si sacrifica per ottenere questo faticoso risultato. Che per me non è mai stato obiettivo finale, ma mezzo di comunicazione. Una volta ottenuto un risultato importante, mi sembrava sufficiente e dunque inutile perpetrare il sacrificio di tutto a favore di quello”.

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