“Di padre in figlia” è la fiction Rai con Cristiana Capotondi che debutta domani sera, martedì 18 aprile 2017, sulla prima rete del servizio pubblico. Il produttore è Angelo Barbagallo, che in conferenza stampa ha espresso così il suo entusiasmo per la fiction: “Una cosa che mi piace molto è la memoria, l’Italia purtroppo l’ha dimenticata. Riportare il passato, raccontare storie popolari con temi che riguardano la vita, mi dà soddisfazione. La prima volta che abbiamo visto la puntata, io e le scrittrici abbiamo pianto. Ti tocca, ti emoziona raccontando cose alte con un linguaggio popolare”. Al centro della fiction ci sono infatti i cambiamenti avvenuti in Italia dal dopoguerra agli anni ’70, quelli che hanno rivoluzionato la nostra società segnando per sempre passato, presente e futuro. (Aggiornamento di Linda Irico)
La fiction Rai “Di padre in figlia” diretta da Riccardo Milano parte domani sera su Rai Uno e ci racconta, attraverso la storia di una famiglia veneta, com’è cambiata l’Italia tra il 1958 e il 1980. Centrale il tema del patriarcato: le donne combattono per abolirlo proprio in questi anni, guadagnandosi la parità dei sessi. Prima delle conquiste avvenute in quegli anni e della rivoluzione avvenuta soprattutto nel modo di pensare che apparteneva alla società italiana, era infatti normale che esistesse la figura dell’uomo-tiranno, un padre-padrone che decideva per tutti, come se le donne della sua famiglia fossero alla stregua di oggetti di sua proprietà. Si parla di un passato non troppo lontano come Alessio Boni, che interpreta proprio la figura paterna in “Di padre in figlia” vestendo i panni Giovanni, racconta in una recente intervista spiegando di essersi commosso leggendo la sceneggiatura: “Mi sono commosso su questo personaggio, che al contrario di come appare non è né despota né tiranno, ma un uomo degli anni ’50 ed era normale per quegli anni. Una ragazza di vent’anni non lo può nemmeno avvertire, io l’ho appena appena assaporato perché ho conosciuto il mio bisnonno, ma negli anni ’50 era la norma il patriarcato e le quattro puntate vogliono sottolineare proprio come la mancanza di rispetto nei confronti delle donne fosse del tutto normale”. Come riporta Ecodelcinema.com, Boni descrive Giovanni Franza come un agricoltore veneto con tanta voglia di fare nel dopoguerra: “Non è cattivo, la cosa che più gli importa è suo figlio, il suo unico figlio maschio perché è lui che porta avanti il patriarcato. Ora non è tanto scontato ma una volta il patrimonio di famiglia toccava solo ed esclusivamente al figlio maschio e questa storia non è mai stata raccontata, soprattutto in tv”. Franza ci metterà vent’anni per capire che deve passare il testimone non al figlio ma alla figlia tanto sottovalutata. (Aggiornamento di Linda Irico)
Si riparte subito in casa Rai 1: dopo le festività di Pasqua, la prima rete nazionale proporrà al pubblico la nuova fiction Di padre in figlia, diretta da Riccardo Milani e organizzata in quattro appuntamenti. Al centro, la storia e gli intrecci della famiglia Franza, guidata da Giovanni (Alessio Boni) e da Franca (Stefania Rocca), nel Veneto degli anni ’50: i due hanno lasciato il Brasile e sono approdati a Bassano del Grappa, lo stesso luogo dove Giovanni ha scelto di fondare una distilleria di famiglia. Maria Teresa (Cristiana Capotondi) è la loro primogenita: una giovane donna indipendente, pronta e decisa a proseguire gli studi di chimica all’Università. Desideri e atteggiamenti che la porteranno, inevitabilmente, a scontrarsi con la mentalità del padre Giovanni, che non comprende e non riesce ad inquadrare quest’urgenza, la sua enorme spinta verso la realizzazione.
Di padre in figlia prenderà il via con una sorta di flashback: dieci anni prima, Franca – a casa con la bella Maria Teresa e la più piccola, Elena (Matilde Gioli) – sta per dare alla luce due gemelli, attesissimi dal marito che non vede l’ora di avere un maschietto per tramandare il nome di famiglia. Siamo nel 1958: a Franca si rompono le acque, e corre a cercare Giovanni, a letto con l’amate. Il parto fila liscio: nascono Sofia (Demetra Bellina) e Antonio (Roberto Gudese). La scena si sposta poi a dieci anni dopo: mentre Elena si gode la gioventù e accetta di buon grado le attenzioni che i ragazzi le riservano, Maria Teresa lotta con il padre per potersi iscrivere all’Università. Un percorso, quello Di padre in figlia, che permetterà al pubblico di vivere da vicino la storia della famiglia Franca, e di leggere e scoprire i cambiamenti ai quali l’Italia è andata incontro in quegli anni.