Questa sera va in onda su Rai 2 un nuovo e divertente appuntamento con lo show comico Made in Sud, presentato da Gigi D’Alessio in collaborazione con Fatima Trotta ed Elisabetta Gregoraci. Una puntata che si arricchirà della presenza di un giovane e talentuoso cantautore italiano: Antonio Prestieri in arte Maldestro. Un artista reduce dalla partecipazione al Festival di Sanremo 2017 nella categoria Giovani, che lo ha visto grande protagonista e che soprattutto nel corso della propria vita ha dovuto fare i conti con una serie di difficoltà tra cui l’essere figlio di un ex boss camorristico attualmente collaboratore di giustizia. Nato in una zona molto difficile di Napoli come Scampia, Maldestro ha avuto la possibilità di far emergere il proprio talento che peraltro gli deriva dal padre tant’è che è stato sempre considerato un capoclan piuttosto atipico tant’è che veniva chiamato con il nome di Il poeta. Tuttavia Maldestro deve tutto alla madre che ha avuto la forza di portarlo via da un mondo difficile e drammatico.

Antonio Prestieri in arte Maldestro è nato a Scampia in una realtà complessa ma grazie alla forza di volontà della mamma è riuscito a crescere in un ambiente sano. Una mamma che nonostante sia diventata cieca nel momento in cui ha messo al mondo Antonio, si è spesa lungamente per dargli un futuro migliore e diverso da quello del padre. In una recente intervista rilasciata alla rivista Vanity Fair durante la sua presenza al Festival di Sanremo, Maldestro ha parlato lungamente della mamma, spendendo parole di grande amore ed elogio. Il giovane cantautore ha sottolineato: ”La mia mamma non vede, e questo cambia tutto. Per capire come stessi crescendo, passava le mani sul mio viso: toccava piano i capelli, le palpebre, le orecchie, il naso, la bocca. Si separò da mio padre nell’87. L’aveva sposato quando faceva l’operaio, non il criminale. Quando lo scoprì prese me e mia sorella Concetta, e ci salvò. Quel che più amavo era stare sulle sue ginocchia, mentre alla tastiera accennava Beethoven, Bach. Mi regalerà un pianoforte, poi. Dopo il divorzio prese a lavorare con mia zia: l’aiutava a pulire le scale e le case ristrutturate, subendo il pregiudizio di proprietari che la credevano incapace perché non vedente, e invece faceva splendere anche gli spigoli. Divenne poi centralinista. Per conservare i soldi non si comprava le scarpe. Da lei so che il castigo fa più male e meglio degli schiaffi. I suoi sacrifici furono immensi”.