Le cose che verranno è un film francese (titolo originale L’avenir) del 2016 diretto dalla giovane ma già esperta Mia Hansen-Løve. La pellicola, che appartiene al genere drammatico, è il sesto film per la regista d’oltralpe. Protagonista del film è la bravissima Isabelle Huppert, accompagnata da André Marcon, Edith Scob e Roman Kolinka. 



Questo film si apre con un omaggio a Chateaubriand, con la visita della famiglia di Nathalie alla sua tomba in riva al mare. Nathalie e suo marito sono due filosofi, due insegnanti. I due condividono questa passione ma il rapporto tra loro si va raffreddando. Tutto attorno a Nathalie, i cui panni veste la Huppert, si va sgretolando: la famiglia, con suo marito che la tradisce e sua madre, un personaggio stravagante, che le chiede sempre più attenzioni e che continua a stare sempre peggio; il suo miglior allievo, che dalla gratitudine nei suoi confronti comincia a prendere le distanze da una donna che ritiene troppo poco attiva sul lato politico. Nathalie deve reinventarsi, deve ritrovare dei punti di riferimento. La maturità le chiede di andare avanti senza avere tutta la vita davanti: molte scelte son già state fatte e ne avverte il peso. Lei continua a insegnare con passione, legge Rousseau ai suoi allievi, li sprona a pensare, a ragionare. Anche se gli scioperi incombono, lei trova il modo di radunare i suoi allievi, perché il suo mestiere è una vocazione alla quale non può rinunciare. Intanto, anche nella casa editrice per cui lavora, nuovi meccanismi di marketing la privano delle sue certezze. Nathalie ritroverà un senso e riprenderà a governare la sua esistenza andando alcuni giorni in un casolare isolato, trasformato in una specie di comune dal suo ex-allievo e da alcuni suoi compagni dallo spirito anarchico. Sentirsi estranea, osservare da fuori le dinamiche e stare in compagnia di un gatto nero che ha ereditato dalla madre le permetteranno di guardare alle situazioni con il giusto distacco, trovando la determinazione di proseguire il cammino, ripartendo da dove la sua vita le era apparsa in forma di macerie. 



Il film ha riscosso grande successo tra i critici, tanto da portare a casa da Berlino un Orso d’Argento per la miglior regia. Mia Hansen-Løve ha dichiarato di aver trovato il coraggio di affrontare il tema della maturità lavorando a Eden, il suo penultimo film, superando un travaglio interiore attraverso la scrittura. La regista ha scritto il film pensando a Isabelle Huppert e costruendo la storia attorno al suo personaggio.

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