Libere è un racconto drammatico ambientato durante il periodo detto della ‘Resistenza Italiana’, trattato da un punto di vista poco convenzionale. La regista è Rossella Schillaci, originaria di Torino e specializzata in documentari denuncia. Questo film è stato una vera e propria sfida: documentare un fatto storico estraendo le voci da filmati veri ed utilizzarle per narrare la storia. Il cast principale è quasi tutto al femminile, con Ada Gobetti, Bianca Guidetti Serra, Giuliana Gadola Beltrami, Marisa Sacco, Alda Bianco, Lucia Testori Boetto, Maria Airaudo, Lia Corinaldi, Carla Dappiano, Anna Cherchi, Chiara Acciarini, Carmen Nanotti e Joyce Lussu. Inoltre il film è stato prodotto in collaborazione e per volere dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, luogo dove viene conservata la maggior parte delle testimonianze dell’epoca. Il documentario storico dura circa 76 minuti, anche se non stato semplice condensare la vicenda di migliaia di persone in un tempo così breve.
Il film tratta della Resistenza Italiana da un punto di vista quasi del tutto sconosciuto ed ignorato dai più, quello che riguarda il ruolo delle donne. E’ una ‘resistenza parallela’ che non si è combattuta solo sui campi di battaglia, ma anche nelle case e durante la vita di tutti giorni, affrontando spesso i propri familiari, mariti, padri oltre ai pregiudizi della gente. Si tratta del periodo che va dal settembre 1943 all’inizio di maggio 1945, anche se la fine effettiva viene ricordata e celebrata il 25 aprile. La storia racconta delle vicende di un gruppo di ragazze che, non solo lottano per la propria salvezza e quella dei loro cari, ma anche per la loro emancipazione. Scoprono la libertà sessuale, lottano per l’uguaglianza e la parità sul lavoro e anche nelle mansioni familiari. Si tratta di un continuo crescendo, in cui le difficoltà di molte giovani donne sembrano trovare sbocco in spiragli di speranza. Ma al termine della guerra tutti i traguardi raggiunti ed i passi avanti fatti sembrano essere un lontano ricordo: molte di loro sono costrette a ritornare in una dimensione familiare ‘pre-guerra’ che si rivela opprimente e forzata, dove il ruolo femminile viene relegato a quello di badare alla casa e alla famiglia. Molte partigiane, però, continuano ad essere impegnate politicamente e non smettono di lottare per i loro diritti: la loro guerra non è terminata con la liberazione dell’Italia.
Il film è un vero e proprio documento storico di un periodo torbido della storia italiana. La regista ha ricostruito le vicende tramite registrazioni, immagini e foto d’epoca, oltre che alla testimonianza diretta di coloro che ne conservano il ricordo. Fondamentali sono state una serie di interviste realizzate alle partigiane dagli anni Ottanta fino ai giorni d’oggi. In particolare sono state le voci di venti partigiane a guidare la costruzione delle vicende belliche e soprattutto a dare una nuova visione della Resistenza, vista come punto di partenza per la nascita del femminismo. La programmazione di uscita del film nelle sale italiane non è casuale, ma si è scelto il 20 aprile perché è una data a ridosso del giorno in cui si celebra la giornata della ‘Liberazione’, diventando quindi un’occasione di spunto e di riflessione non solo sul nazifascismo, ma anche sulla libertà del singolo individuo.