Lo spirito di San Benedetto è alla base dell’ordine omonimo, che racchiude al proprio interno diversi monasteri ed associazioni monastiche. La sua fondazione si deve proprio al Santo, avvenuta a Montecassino attorno al 529 d.C., che istituì una regola – ora et labora, prega e lavora – capace di diffondersi in tempi brevi. Se ne parlerà in modo approfondito nella nuova puntata di Ulisse, in oda su Rai 3 nella prima serata di oggi, sabato 22 aprile 2017. A sostegno dell’ordine dei Monaci Benedettini fu papa Gregorio Magno, ma la sua diffusione coinvolge molto presto anche altri monasteri europei. La Congregazione dei diversi monasteri Benedettini avvenne già all’alba del X secolo sotto la guida di un abate di Sant’Anselmo all’Aventino di Roma, voluto da papa Leone XIII.
L’innovazione dei Monaci Benedettini, di matrice autonoma, si deve a quel motto con cui si unisce il lato spirituale della persona a quello più pratico della fatica, del lavoro. Al di là di questo particolare, è possibile trovare tracce bibliografiche del fondatore San Benedetto da Norcia già nei Dialoghi di Gregorio Magno, scritti 30 anni dopo la morte del religioso, a cavallo fra il 593 ed il 594 d.C. La fama di San Benedetto venne contrastata da un inizio incerto, che spinse il religioso a ritirarsi a Subiaco per la seconda volta. Eppure la sua comunità si avvalse subito della presenza di numerosi discepoli, che vennero distribuiti in seguito in dodici ministeri. La guida di San Benedetto fu possibile grazie alla comunità che si stabilà quindi presso il monastero cittadino di San Clemente. Non fu tuttavia un’esperienza felice nemmeno in questo caso, dato che l’Ordine fu costretto a spostarsi verso Montecassino a causa delle azioni di un prete invidioso, dal Fiorenzo. E’ in questo nuovo luogo che avviene la massiccia conversione ad opera di San Benedetto diretta a tutti i fedeli che in quel periodo erano devoti al culto del dio Apollo, di tradizione pagana.
Il fascino dei Monaci Benedettini interessò gran parte della letteratura religiosa nelle diverse epoche, ma anche il celebre libro Il nome della Rosa di Umberto Eco. La trama mette in luce i segreti e gli inganni di uno degli Ordini più antichi e misteriosi della nostra Italia, lungo una rappresentazione che non si distacca in modo eccessivo da diversi episodi reali accaduti dalla fondazione dei monasteri. Ai monaci Benedettini, come spiegherà il conduttore di Ulisse questa sera, si deve la conservazione di centinaia di testi di importanza storica e tramandati grazie alla tradizione da amanuense dell’Ordine. Durante la puntata, si avrà modo di vedere anche come i Monaci Benedettini siano stati in molti casi promotori e detentori di conoscenze mediche ritenute all’avanguardia in quell’epoca, così come altre creazioni, tuttora in auge, di uso comune.