Dopo un breve momento in memoria di Gianni Boncompagni a “Che tempo che fa”, arriva in studio il ministro della giustizia Andrea Orlando. Fabio Fazio chiede immediatamente circa Gabriele Del Grande, giornalista italiano trattenuto in Turchia. Successivamente si parla di corruzione in Italia e degli exit pole delle elezioni in Francia. Il ministro, dopo aver ricordato la poca attendibilità degli exit pole, spera nella possibilità di una sconfitta della Le Pen. Il conduttore vira ora su una domanda piuttosto complessa, sperando che il ministro della giustizia possa essere il più chiaro possibile: quale è la differenza tra lui e renzi e cosa unisce ancora il pd? Secondo lui li unisce la prospettiva europea, la consapevolezza dell’importanza della democrazia. Al contrario ciò che secondo lui distingue lui e Renzi sta nel concetto di eguaglianza: egli afferma l’urgenza di richiamare questo termine in Italia. Parlando poi del 25 aprile, Orlando suggerisce di leggere il romanzo “La tregua” di Primo Levi.



Come consueto ci sarà spazio anche per la politica a Che tempo che fa, trasmissione di Rai Tre che va in onda stasera per la conduzione di Fabio Fazio. Tra gli ospiti ci sarà Andrea Orlando, politico italiano e ministro della giustizia prima con Matteo Renzi e ora con Paolo Gentiloni. Sarà importante capire quali saranno i prossimi progetti proprio in questo campo e sarà interessante vedere come lo stimolerà il conduttore Fabio Fazio con le giuste domande. il ministro si appresta an esame importante: il 30 di questo mese si terranno le primarie del PD, il suo partito, e lui è uno dei candidati: riuscirà a vincere? (agg. di Matteo Fantozzi)



Fra gli ospiti della nuova puntata di Che tempo che fa ci sarà il politico e ministro italiano Andrea Orlando. Orlando, candidatosi a febbraio alle primarie per il Partito Democratico, dovrà vincere la concorrenza dell’ex premier Renzi e di Michele Emiliano per affermarsi a leader del principale movimento politico italiano. Si tratta di un incontro importante per Orlando, che sarà inevitabilmente chiamato a pronunciarsi sul duello che lo vede coinvolto con i suoi colleghi di partito, ed attraverso cui potrebbe rilanciare la propria popolarità verso i votanti. 

, nato a La Spezia nel 1969, dopo aver conseguito la maturità con buoni risultati al Liceo Scientifico intraprende da giovanissimo la carriera politica, sfruttando l’adesione ad alcuni movimenti giovanili ed una certa tradizione familiare. Il padre, infatti, originario della Campania, lo portò con sé ai funerali di Berlinguer del 1984 e gli trasmise l’ardente passione per i valori della buona politica. Con questo spirito, infatti, Orlando entra a soli 20 anni nella Federazione Provinciale Comunista, per poi entrare nel consiglio comunale di La Spezia l’anno successivo come membro del PCI. Dopo lo scioglimento del partito, Orlando entra nel PDS ed ottiene nuovamente incarichi nel consiglio comunale cittadino del nuovo governo Pagano. Al 2000 risale l’ingresso nei responsabili della Segreteria Regionale dei Democratici di Sinistra, carica che lo porta a divenire l’anno successivo segretario provinciale del partito. Dopo l’ingresso nel movimento interno al PD dei Giovani Turchi, Orlando diviene una figura sempre più popolare fra i politici della sinistra, tanto che Fassino lo vuole a segretario dei DS poco prima dello scioglimento.



Nel 2006 viene eletto Deputato nella circoscrizione ligure, e due anni dopo è chiamato a far parte della Commissione parlamentare Antimafia, incarico che riveste insieme a quello di membro della commissione Bilancio. Durante la segreteria del PD da parte di Franceschini, che succede a Veltroni nel 2009, Orlando ottiene la carica di portavoce nazionale del partito. Orlando colleziona incarichi di rilievo e prestigio all’interno del PD, ma nel frattempo arriva anche la chiamata dal nuovo governo Letta nel 2013, che lo vuole a Ministro dell’ambiente; fra i suoi importanti interventi da ministro ci fu la concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale alla Centrale Termoelettrica Montale della sua città La Spezia. Dopo essersi schierato in prima linea durante il governo Letta a salvaguardia della Campania devastata dal fenomeno delle eco-mafie (il caso Terra dei fuochi), Orlando viene eletto dal premier Renzi nel 2014 ministro della Giustizia. Durante il suo mandato da ministro sotto il governo Renzi, si è anche impegnato a favore del potenziamento dell’ANAC, l’autorità nazionale anti-corruzione presieduta da Raffaele Cantone.

Dal 2017, dopo la caduta del governo Renzi e l’insediamento a Palazzo Chigi di Gentiloni, Orlando viene confermato a Palazzo Piacentini come Ministro della Giustizia. Nel febbraio dello stesso anno annuncia la sua candidatura alle primarie del PD ed inaugura il proprio sito ufficiale. Andrea Orlando, esponente di spicco della nuova sinistra politica italiana, è da alcuni anni una figura di rilievo nella politica italiana. Parlamentare da oltre 10 anni e Ministro da oltre 4, con la candidatura a segretario del PD potrebbe accrescere notevolmente il proprio prestigio.