Tra gli ospiti di Che tempo che fa su Rai Tre da Fabio Fazio ci sarà anche Roberto Giacobbo. Lo storico presentatore di ”Voyager” è stato da poco ospite a Vittoria dell’Istituto Comprensivo Pappalardo. Ha incontrato moltissimi studenti per parlare de ”I misteri della civiltà dei primi uomini”. Sicuramente saranno tantissimi gli argomenti interessanti toccati che ci potranno far capire anche una porzione di storia dell’umanità ai più poco nota. Un uomo colto che con le sue parole ha dimostrato più volte di essere brillante ed esaustivo. Vedremo poi se racconterà quali saranno i suoi prossimi progetti e se riuscirà col tempo a dare spiegazioni dei suoi tantissimi eventi che l’hanno visto protagonista di recente. (agg. di Matteo Fantozzi)
Tra gli ospiti della puntata di questa sera di Che fuori tempo che fa c’è anche Roberto Giacobbo, uno dei volti più noti della scena televisiva italiana. Una notorietà conseguita in particolare grazie a Voyager, il programma da lui condotto su Rai Due in cui esplora grandi e piccoli misteri della storia e dell’archeologia, calamitando un grande numero di spettatori in ogni puntata.
Laureato in Economia e Commercio, Roberto Giacobbo ha iniziato la sua carriera in Rai nel corso dgli anni ’90, dopo essersi segnalato nel decennio precedente per la partecipazione a Bis, un programma diretto da Mike Bongiorno di cui vinse alcune puntate. Nel 1997 ha quindi iniziato ad interessarsi della materia che lo avrebbe reso famoso, firmando la serie annuale di Misteri, lo show condotto da Lorenza Foschini sul secondo canale pubblico. Il suo esordio in qualità di conduttore è però avvenuto su Telemontecarlo, ove nel 2000 ha presentato, in coppia con Irene, Bellini Stargate – Linea di confine, spettacolo che gli ha regalato la prima notorietà. L’ottimo riscontro di pubblico conseguito dal programma ha quindi spinto la Rai a chiedergli di tornare sui canali pubblici, proposta da lui accettata senza esitazioni. Nel 2003 ha poi dato vita alla prima edizione di Voyager, programma che è presto diventato un piatto fisso nel menù predisposto da Rai Due. Proprio grazie a questo programma ha assunto una grande notorietà, testimoniata anche dalla partecipazione al Festival di Sanremo del 2013 in qualità di proclamatore. Notorietà che gli ha provocato anche qualche attacco da parte di chi lo accusa di sfruttare la paura e l’irrazionale e di farsi strumento di propagazione per quelle che in definitiva non sarebbero altro che leggende metropolitane. Nel corso di una intervista rilasciata nel 2014, Roberto Giacobbo ha però voluto rispondere a queste accuse ricordando che i suoi servizi sono stati ceduti anche a National Geographic, mentre l’Iran ha addirittura deciso di mandare in onda Voyager, sottotitolandola in arabo. Inoltre ha precisato di non indulgere mai nel sensazionalismo, ma di verificare con grande attenzione, insieme ai collaboratori, ogni minimo dettaglio dei servizi rilasciati nel corso della trasmissione.
I suoi libri, editi da Mondadori, sono stati etichettati come saggi emozionali, ricevendo anche in questo caso ottima accoglienza da parte dei lettori. A spiegare il termine è stato lo stesso conduttore, affermando come nella stesura dei testi privilegi la passione rispetto alla fredda razionalità. Nel tempo libero ama ritirarsi nella sua casa in Abruzzo insieme alla famiglia, composta dalla moglie Irene e dalle tre figlie. Anche la moglie aveva iniziato a lavorare ai suoi programmi, decidendo però di lasciare quando il rapporto, da professionale, si è trasformato in sentimentale. Proprio il non poter passare più tempo con lei e con le figlie, a causa degli impegni professionali, è stato da lui indicato come il suo maggiore cruccio. Nonostante i temi trattati nelle sue trasmissioni, Roberto Giacobbo non esita a professarsi cattolico, sino a proclamare la necessità di credere almeno sino a quando uno scienziato non sarà in grado di dimostrargli cosa ci sarebbe un metro oltre l’infinito. Sicuramente racconterà altri aneddoti della sua vita, permettendoci di scorgere ancora una volta la donna oltre l’attrice.