È un Gigi Proietti molto disilluso quello intervistato da Antonello Piroso sulle pagine de La Verità. L’attore cita Shakespeare per descrivere lo scenario della politica italiana e parla di “un’eterna farsa” fatta di “re, buffoni e voltagabbana”. Proietti ne ha anche per il mondo dello spettacolo “saturo di talk show”, in cui i registi “riciclano il cascame spacciandolo per avanguardia”. Parlando di politica, l’attore afferma: “È ormai uno spettacolo, o meglio, un suo sottogenere, in cui ti ritrovi davanti a tante parti di commedia. Come nel teatro di Shakespeare, dove gli attori erano una quindicina e i ruoli quaranta, uno che prima faceva il re rientra come buffone. Così in politica non ci sono forse i voltagabbana e quelli che eletti con uno schieramento passano a quello avverso?”. Proietti parla così della sua disillusione: “Sono disilluso ma vigile. Roma, sembra abbandonata a sé stessa. Gliel’ho detto, i partiti hanno abbandonato le periferie, uno in particolare. Oggi poi non ci sono movimenti, ma ndo se movono? Mai visti gruppi più fermi di questi, la staticità al potere, e non solo del Movimento 5 stelle: anche la Lega nasce movimento con Umberto Bossi,perfino Silvio Berlusconi si presentò come capo di un movimento che doveva fare la rivoluzione liberale. E poi mettici il caso dell’ex sindaco Ignazio Marino, di cui non ero un difensore, ma sono rimasto di mer*a nel vedere come il PD si è comportato con lui. E il New York Times che un giorno, così d’emblée, si sveglia e scrive che nella Capitale c’è la monnezza? Ma va? Risultato: il PD, scaricando Marino, si è dato la zappa sui piedi, favorendo Beppe Grillo. Problemi non dico risolti, ma affrontati a oggi dalla nuova giunta? Non pervenuti”. Riguardo al mondo dello spettacolo, l’attore e regista si sfoga così: “Quando mi capita di vedere qualche talk show li guardo come fossero un acquario. Registi che rileggono, riscrivono, un cascame degli anni Settanta suggeriti pure male. Il vecchio è quello e il cosiddetto nuovo, la sperimentazione, sfocia in un provincialismo camuffato”.



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