Le donne e il desiderio è un film drammatico del 2016 diretto da Tomasz Wasilewski. Le quattro protagoniste sono interpretate da Julia Kijowska, Magdalena Cielecka, Dorota Kolak e Marta Nieradkiewicz; del cast fanno parte anche Andrzej Chyra e Lukasz Simlat. Il film uscirà nelle sale italiane, oggi giovedì 27 aprile 2017.
La trama si basa sull’intreccio delle vicende e delle esperienze personali di quattro donne, tutte alle prese con i propri turbamenti interiori. Agata ha un marito e dei figli, ma si sente soffocata dalla routine e dal grigiore della propria vita, tanto che cerca una via di fuga nella relazione con un sacerdote. Iza dirige una scuola, ma nonostante i successi lavorativi soffre a causa di un amore malsano nei confronti del padre di una sua studentessa. Renata, una delle insegnanti della scuola, prova attrazione verso un’ex reginetta di bellezza, Marzena, vicina di casa nonché a sua volte insegnante. Le quattro storie si avvicendano nella Polonia del 1990, un contesto dominato dalla tendenza al cambiamento e da un’incerta speranza nei confronti del futuro. Le protagoniste vivono in maniera turbolenta gli amori, la sessualità e in generale le relazioni interpersonali, a causa del loro carattere intenso e impetuoso e dei loro numerosi problemi. Marzena, ad esempio, è alle prese con l’alcolismo e con la depressione, fattori che condizionano interamente le sue giornate. Le vicende delle quattro donne si susseguono in modo vivido e presentano tutte un elemento in comune: il rifiuto, di se stesse o degli altri. Renata è allontanata da Marzena, la quale rigetta la propria bellezza. A loro volta, Iza e Agata vivono degli amori sofferti e impossibili.
Le donne e il desiderio è stato apprezzato dalla critica non solo per la profondità con cui vengono affrontate tematiche delicate legate alla sessualità, ma anche per la caratterizzazione psicologica delle protagoniste e per la sublime interpretazione delle attrici. Il film ha ricevuto diversi premi nel 2016, tra cui quello per la miglior trama al Berlin International Film Festival e quelli per i migliori costumi e per la miglior regia al Polish Film Festival. Chi ha recensito la produzione di Wasilewski ha spesso utilizzato termini di paragone relativi al mondo dell’arte: ad esempio, le scene dominate dall’introspezione sono state accostate all’immobilità delle nature morte, mentre il cambiamento continuo, sia interiore sia esteriore, è stato definito espressionista. Interessante è anche il modo in cui viene trattato il rapporto con la sfera sacra e religiosa, vissuto dalle protagoniste con atteggiamento tormentato e colpevole.