L’ex professore dell’Università degli Studi di Milano, Stefano Zecchi, è stato ospite stamane ad Agorà su Rai Tre per commentare le indagini sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano: la valanga che si staccò dal Monte Siella uccidendo 29 persone lo scorso 18 gennaio. La procura pescarese ha iscritto nel registro degli indagati la provincia di Pescara e il comune di Farindola perché l’unica via di fuga, la provinciale numero 8, era sepolta sotto due metri di neve e quindi inaccessibile. Zecchi, giornalista e scrittore, ha voluto dare la sua opinione in merito facendo riferimento a una sua vicenda personale, la morte della sorella e di suo marito avvenuta pochi giorni fa per un fatale incidente: “Una settimana prima di Pasqua mia sorella è stata ammazzata sulle strisce pedonali mentre attraversava con suo marito, tutti e due uccisi. Non c’è una possibilità che poi il ricordo collettivo possa lenire i dolori personali.



Io capisco solo una cosa che per me è importante e credo sia un gesto fondamentale di chi crede in una società che debba svilupparsi, che debba essere libera, di chi come me ha passato una vita a insegnare. La cosa più pericolosa è pensare che la giustizia debba trasformarsi in vendetta. Lei non ha idea di cosa si possa soffrire quando vedi una persona che ti è sempre stata vicina ammazzata senza ragione. A quel punto devi fare molta forza su te stesso per capire quanto non si capisce di che cosa preziosa e fantastica sia la vita”. Clicca qui per vedere il video dell’intervento di Stefano Zecchi ad Agorà.

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