L’utilizzo dell’ossido di etilene per sterilizzare biberon e tettarelle dei reparti di neonatologia italiani è finito nel mirino di Report, che stasera manderà in onda la sua inchiesta. Interverrà Marco Manservigi, ricercatore dell’Istituto Ramazzini di Bologna, secondo cui l’ossido di etilene provoca mutazioni genetiche, «danni legati all’apparato riproduttivo, quindi che vanno a influire sulla fertilità, sullo sviluppo delle gravidanze». E questi danni possono essere trasmessi ereditariamente. Nel gennaio 2016 la Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute aveva scritto una lettera per raccomandare che tale sistema di sterilizzazione fosse limitato a biberon e tettarelle destinati a neonati prematuri o con gravi patologie, ma nessun reparto neonatale o Asl avrebbe ricevuto la missiva. Dunque, circa 700mila bambini potrebbero aver utilizzato biberon e tettarelle a rischio. (agg. di Silvana Palazzo)



Il nutrimento principale dei neonati è il latte, somministrato spesso con il biberon. Strumento indispensabile per le neomamme, ma quanto è sicuro? Dopo anni di contestazioni e silenzi, soprattutto per lo scandalo avvenuto in Francia, ritorna la paura riguardo ai biberon ospedalieri, in cui sarebbe presente l’ossido di etilene. Si tratta d una sostanza ritenuta velenosa dalle analisi della OMS, e presente in alcune tracce proprio nei biberon delle Asl. Eppure questo non ne impedisce l’uso nelle aziende ospedaliere italiane, che sembrano non aver ricevuto alcuna informazione a riguardo. Questa sera, lunedì 3 aprile 2017, Report approfondirà il caso grazie al servizio di Emanuele Bellano, dal titolo “Biberon a tutto gas”. In base alle statistiche, le Asl italiane userebbero in questo momento sette milioni fra tettarelle e biberon, trattati con l’ossido di etilene per la pratica di sterilizzazione. In Europa invece è vietato il suo uso già dal 2007: come mai in Italia la situazione è diversa? 



Della pericolosità del trattamento dei biberon con l’ossido di etilene, si è discusso a lungo anche anni addietro. L’allarme era scattato infatti a causa di uno scandalo accaduto in Francia nel 2011, dove il Ministero nazionale ha imposto il ritiro di biberon e tettarelle dalle aziende ospedaliere del Paese. Ma che cos’è l’ossido di etilene? Si tratta di un gas incolore, conosciuto anche come ossirano, dal gusto dolce e utilizzato per sterilizzare i predidi chirurgici e medici che non possono essere trattati secondo il protocollo standard. Gli strumenti ed i dispositivi delle Asl, infatti, normalmente vengono trattati ad alta temperatura, grazie al vapore dell’autoclave. L’ossido di etilene viene utilizzato soprattutto per le sue proprietà antibatteriche, come sottolinea Wired, grazie alla sua azione contro muffe, insetti e funghi. In seguito alla sterilizzazione, ogni oggetto e dispositivo trattato rientra nel protocollo di degassificazione, che può durare fino a qualche giorno, a seconda del materiale di produzione. Le tracce vengono quindi eliminate del tutto? Report ci spiegherà che non è proprio così. 

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