Per il suo secondo appuntamento Report trasmetterà anche il servizio “Dio Coca Cola”, l’inchiesta di Claudia Di Pasquale sulla bevanda più venduta (e bevuta) al mondo. L’inviata del programma condotto da Sigfrido Ranucci non si è recata sono negli Stati Uniti e in particolare nella storica sede di Atlanta, dove è custodita la “formula magica”, ma ha viaggiato tra Canada, Messico, Colombia, Mauritania e gli stabilimenti italiani. Report, dunque, ha portato le sue telecamere a Nogara (Verona), Oricola (L’Aquila), Marcianise (Caserta) e Catania. Nel mirino sono finite le strategie con cui la Coca Cola ha mantenuto il primato in tutti questi anni: dai finanziamenti alle sponsorizzazioni, passando per le concessioni delle falde e il braccio di ferro con le autorità sanitarie. Ma Report ha fatto anche analizzare il contenuto della bevanda e di alcuni degli altri duecento prodotti dell’azienda, pubblicando i risultati della sua inchiesta. (agg. di Silvana Palazzo)



La Coca Cola non è una delle bevande gassate più famose ma è “La” bevanda per eccellenza. Aromatica, zuccherina, può contare su una produzione di quasi 2 miliardi di bottiglie ogni giorno. Come ha ottenuto questo successo così forte? Alla base c’è un segreto, che nel corso delle decadi ha saputo tenere con il fiato sospeso milioni di consumatori. Impossibile conoscere quale sia questo misterioso ingrediente che rende la Coca Cola così buona. Solo la cassaforte in cui è custodita l’antica ricetta, all’interno della sede storica di Atlanta, potrebbe rispondere a questa domanda. Questa sera, lunedì 3 aprile 2017, Report approfondirà questa tematica grazie al servizio di Claudia Di Pasquale, “Dio Coca Cola”. Ed a tutti gli effetti è proprio così: è un colosso, quasi una divinità. Ma Report è pronta ad analizzare la ricetta della bevanda zuccherina ed a mostrare il risultato. Già perché la forte presenza di zucchero è uno dei punti che hanno portato il brand a sccontrarsi con le autorità sanitarie. 



In questi giorni la Coca Cola è al centro di numerose inchieste e contestazioni, anche da parte degli stabilimenti italiani. Ne è un esempio quello di Nogara, dove è presente la sede della Coca Cola HBC Italia, uno dei maggiori centri di produzione a livello europeo. Dopo 42 anni di presenza indiscussa sul mercato, il direttore delle HR, Emiliano Maria Cappuccitti, ha rivelato di aver dovuto attivare le procedure per la cassa integrazione, come sottolinea L’Arena. Il motivo? Gli scioperi reiterati da parte di aluni soci lavoratori della cooperativa partner, che ha l’incarico di gestire il reparto logistico. “Ha creat ouna situazione di pericolo tale”, sottolinea Cappuccitti, “che per la tutela dei nostri dipendenti è necessario prendere delle decisioni drastiche”. 

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