Libere, disobbedienti, innamorate è un film in uscita nelle sale italiane il 6 aprile 2017. Di genere drammatico e per la regia di Maysaloun Hamoud, è una produzione di Israele e Francia. Nel cast vediamo Sana Jammelieh, Shaden Kanboura e Mouna Hawa, alla fotografia Itay Gross e come case di produzione DBG/deux beaux garçons e En Compagnie Des Lamas per una distribuzione di Tucker Film.
La storia è quella di tre ragazze arabe a Tel Aviv. La loro vita è quella di tante altre ragazze della stessa età in altre parti del mondo, che cercano di vivere e amare, costruendosi una vita felice e affermando la propria identità. Le tre palestinesi condividono un appartamento nella città di Tel Aviv, scampando da quegli sguardi severi che le vorrebbero mogli e madri. Leila è un avvocato penalista che non gradisce la vita di coppia. Essere single per lei è una scelta di vita e l’apprezza molto più che stare con un uomo conservatore ed ottuso. Salma fa la deejay omosessuale, messa al mando dalla propria famiglia – cristiana radicale – per quella che ritengono essere una diversità inaccettabile. Ed infine Noor, musulmana osservante, è una studentessa. Le sue origini si rifanno ad una cittadina in cui è ancora molto viva la filosofia conservatrice. Il suo fidanzato Wissam è un fanatico religioso, non le concede l’affetto che merita e la disprezza a causa della convivenza con le emancipate coinquiline. Le tre amiche si mostreranno ostinate nel voler abbattere le discriminazioni in un paese che purtroppo ne è ancora permeato e il loro moto di ribellione sarà di ispirazione per diversi altri personaggi.
Questo film israeliano in lingua araba si intitola originariamente In Between ed è stato premiato all’Haifa International Film Festival in quanto riflette un contesto reale e la storia di tre donne che vengono additate come ribelli, ma che invece desiderano soltanto abbattere i tabù. Tel Aviv, città liberale e aperta, fa da sfondo alla storia delle ragazze, si confronta sempre con la mentalità chiusa e patriarcale rappresentata nel film dagli uomini, padri e fidanzati. La stampa ha sottolineato quanto in realtà il titolo arabo sia molto più incisivo rispetto alla traduzione italiana: Bar Bahr, infatti significa tra terra e mare, ovvero né qui né altrove e sta a sottolineare quanto la generazione intera a cui appartengono le tre protagoniste sia disorientata e bisognosa di affermazione. Il regista rivela una curiosità: l’Ana Lou Lou Club è il club in cui sono state girate diverse scene ed è un’istituzione di Tel Aviv. La stampa di settore, infine, elogia questo film in quanto segna un importante traguardo in quel mondo in cui il cinema vuole come protagonista il mondo arabo e la volontà di rivalsa dello stesso nel confronti della chiusura radicale, come l’acclamato La bicicletta verde.