Fuocoammare, è il film che andrà in onda su Rai Movie oggi, venerdì 7 aprile 2017, in seconda serata. Un film documentario e drammatico che è stato prodotto dalla collaborazione tra Italia e Francia: è stato diretto da Gianfranco Rosi che si è occupato anche della sceneggiatura e della produzione con Paolo Del Brocco e Donatella Palermo. Ad accendere i riflettori sul regista Gianfranco Rosi (già osannato nel 2013 per il suo “Sacro GRA”) è stata soprattutto la vittoria del Premio per il Miglior Film al Festival del Cinema di Berlino, quattro anni dopo i fratelli Taviani. Il riconoscimento è stato il viatico per la candidatura a rappresentare l’Italia agli Oscar 2017 quale Miglior Film Straniero e, in seguito all’esclusione dalle nomination in questa categoria, la selezione nella “shortlist” dei Migliori Documentari: tuttavia, alla fine, ad aggiudicarsi l’Award è stato invece ad “O.J.: Made in America” diretto da Ezra Edelman. Da documentario quale è, “Fuocoammare” non presenta incongruenze dal punto di vista narrativo, né tantomeno anacronismi o errori nel montaggio (i cosiddetti “bloopers”): ad ogni modo, più interessante è concentrarsi invece sul “making of” di questa pellicola e sul modo in cui sono state realizzate alcune sequenze. Tutti i protagonisti sono personaggi reali, conosciuti da Rosi durante i mesi di soggiorno sull’isola e che hanno preceduto le riprese vere e proprie: per quanto riguarda invece le scene a bordo delle navi durante le operazioni di recupero, sono state girate dal regista nel corso di due traversate a cui egli stesso ha partecipato, filmando così momenti di vita quotidiana a bordo e anche quelli legati alle “tragedie del mare”, come nel finale del film.



, il film in onda su Rai Movie oggi, venerdì 7 aprile 2017 alle ore 23.00. Un documentario girato dal regista romano (ma eritreo di origine) Gianfranco Rosi, capace di stregare il pubblico ma anche la giuria del Festival di Berlino che, nel 2016, l’ha insignito dell’ambito “Orso d’Oro”. Presentato ufficialmente nel corso della kermesse berlinese del 2016, “Fuocoammare” è arrivato nelle sale italiane lo scorso 18 febbraio, a pochi giorni dalla serata di consegna dei Premi Oscar. Tuttavia, non è al primo passaggio sul piccolo schermo dal momento che c’è già stata una “prima” su Rai 3, il documentario di Rosi è uno dei capolavori del cinema italiano recente grazie al crudo realismo con cui racconta la realtà di Lampedusa, dei flussi migratori che interessano l’isola ma anche di come la popolazione locale vive il fenomeno. Nel cast figurano gli abitanti del luogo che interpretano se stessi, come ad esempio il giovane Samuele Pucillo e Pietro Bartolo, medico da anni in prima linea sul fronte umanitario. Ma vediamo nel dettaglio la trama del film.



Trattandosi di un documentario che non presenta inserti di fiction, la narrazione di “Fuocoammare” non segue un vero e proprio canovaccio ma si affida ad alcuni “quadretti” che raccontano la vita degli abitanti di Lampedusa con, sullo sfondo, le tragedie legate all’immigrazione balzate agli onori della cronaca nazionale. Su tutte, però, domina la storia di Samuele (un ragazzino che sogna di diventare anch’egli un pescatore ed è seguito dalla telecamera nel suo girovagare per l’isola e nei luoghi più remoti), quella del dottor Bartolo (direttore di un poliambulatorio e che effettua la prima visita a ogni migrante) e, infine, quella dei profughi nordafricani che continuamente sbarcano sull’isola siciliana, tra salvataggi in mare, accertamenti medici, trasferimenti nei centri di accoglienza e i successivi racconti dei sopravvissuti. Mentre le storie degli “isolani” si intrecciano, Rosi indugia occasionalmente anche sul lavoro degli uffici della Marina, impegnata a vagliare le richieste di soccorso. Nel corso delle riprese viene anche svelato il perché del titolo “Fuocoammare”, ispirato al tempo in cui le navi militari lanciavano dei razzi al largo e che, di notte, facevano diventare rosse le acque. Approssimandosi al finale, la narrazione pian piano “abbandona” il piccolo Samuele e i suoi sogni di diventare un marinaio per tornare alla stretta attualità, con le nuove emergenze e le tragedie dei profughi che, simbolicamente, sembrano ripetersi in eterno, giorno dopo giorno.

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