Totò in mostra a Napoli: a Palazzo Reale, Maschio Angioino e al Convento di San Domenico Maggiore verrà mostrata la grandezza di uno dei maggiori interpreti italiani del Novecento. Centinaia di testimonianze, ma anche una poesia inedita: in occasione del cinquantenario della morte di Antonio De Curtis (15 aprile 1967), sono spuntati fuori quaranta versi, mai letti finora. «’O matrimonio», il titolo della poesia scritta dal principe della risata per antonomasia. Quaranta versi che descrivono l’atteggiamento canzonatorio di un «ommo anziane», scapolo impenitente, di fronte al matrimonio auspicato, invece, dalla madre. Si tratta per lo più di settenari e ottonari con rime libere, in dialetto napoletano, che appartengono ad uno dei quattro componimenti poetici di Totò. Saranno, dunque, il “pezzo forte” della mostra «Totò Genio», che aprirà i battenti a Napoli giovedì nelle tre sedi sopracitate.
«Pecché m’aggia ‘nguaià? / M’aggia spusà ‘na femmena / ca nun saccio chi è…». Questo uno stralcio della poesia inedita di Totò, all’anagrafe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio. Chilometrico il nome, monumentale la sua opera. I curatori della mostra organizzata a Napoli, Alessandro Nicosia e Vincenzo Mollica, vogliono mettere in luce la grandezza di un «artista universale, figura poliedrica che ha giocato la sua vita gomito a gomito con l’arte dello stupore». L’arte dell’attore, come riportato dal Corriere della Sera, è stata ricostruita anche con il celebre baule di scena che portava con sé nei teatri e sui set. Ora è esposto nella sala Dorica di Palazzo Reale, che ospita anche le quattro poesie depositate alla Siae. Rai, Istituto Luce e Archivio centrale dello Stato sono tra i partner della triplice esposizione, ma hanno anche fornito i materiali sul rapporto tra Totò e la censura in epoca fascista e con i vari governi democristiani. Non mancano le campagne pubblicitarie di Totò, tra cui quella per la Fiat Gran Luce, che negli anni 50 rappresentava il sogno di molti italiani.