È Spartaco, il gladiatore originario della Tracia che osò sfidare Roma, il personaggio a cui Alberto Angela dedica la prima puntata del nuovo ciclo di “Ulisse – il piacere della scoperta”. Il condiettero divenuto gladiatore capeggiò la rivolta di schiavi nota come terza guerra servile, dando del filo da torcere all’Impero Romano. Spartaco era figlio una famiglia di pastori ma il nome con cui lo conosciamo non il suo: a darglielo fu probabilmente Lentulo Batiato, un lanista che possedeva una scuola di gladiatori a Capua. È a lui che Spartaco fu venduto dopo essere stato catturato, giudicato disertore e condannato, secondo la legge militare romana, alla riduzione in schiavitù. Spartaco dovette combattere all’interno dell’anfiteatro campano contro belve feroci e contro altri gladiatori e le condizioni inumane che Lentulo riservava a lui e gli altri lo spinsero a ribellarsi. Nel 73 a.C scappò insieme a 70 gladiatori fino al Vesuvio, prima tappa della rivolta spartachista. Armati di soli mezzi agricoli e coltelli, i gladiatori sconfissero i soldati romani della guarnigione locale mandati a catturarli e poi depredarono i loro armamenti. In poco tempo Spartaco e i suoi radunarono un’orda assetata di libertà costituita da 40mila soldati.
Spartaco si diresse a Nord verso le Alpi con 20mila uomini, mentre il resto del suo esercito scese verso la Puglia, incontrando la morte per mano del console Valerio Publicola. Questi però non riuscì a battere le truppe di Spartaco, che anzi ottenne una clamorosa vittoria nei pressi di Modena. Dopo questo successo Spartaco non continuò però la marcia verso Nord, e tornò verso sud con un esercito di ormai quasi 100mila uomini, raccogliendo schiavi e contadini al suo passaggio nei vari paesi. Roma reagì alla minaccia dando poteri eccezionali al pretore Marco Licinio Crasso, al quale fu affidato un esercito di dieci legioni. Crasso riuscì ad annientare una piccola unità dell’esercito di Crasso e assediò il grosso dell’esercito a Reggio Calabria. Spartaco voleva sbarcare in Sicilia ma all’ultimo momento gli mancò il sostegno della flotta dei pirati cilici che avrebbero dovuto aiutarlo. Il gladiatore si liberò della morsa di Crasso ma il suo esercito continuò a sfaldarsi. I ribelli si diresseri a Brindisi per imbarcarsi per l’Epiro ma l’esercito di Spartaco venne definitivamente fermato quando le truppe di i Gneo Pompeo Magno e di Marco Terenzio Varrone Lucullo arrivano a dare man forte da Crasso. La battaglia finale che vide la sconfitta e la morte di Spartaco si svolse nel 71 a.C: secondo Plutarco si svolse presso Petelia, l’odierna Strongoli in Calabria. Il Trace cercò Crasso per affrontarlo direttamente ma non riuscì a trovarlo: secondo Plutarco il gladiatore rimase fino alla fine al centro della mischia mentre i ribelli erano ormai in rotta e venni infine “massacrato di colpi”.