La nuova puntata de Le Iene Show in onda questa sera su Italia 1 si occuperà anche del G8 di Genova dopo le ultime novità dei giorni scorsi. In attesa del servizio che proporrà le interviste alle varie parti, si è espresso sul tema anche Beppe Grillo. Il leader del Movimento 5 Stelle ha commentato duramente il risarcimento patteggiato dal governo per i fatti di Bolzaneto: “Oggi, rimborsando sei persone con una mancetta, il governo ha preteso l’oblio ed il perdono”, ha commentato. Grillo, come riporta Il Secolo XIX, ha voluto ricordare anche i giorni del G8: “Il giorno prima ero a Pegli con Gino Paoli: un bancomat finto, una macchina da demolire e Gino con una tuta bianca e una mazza che lo sfasciava, mentre dal palco io cantavo «Senza fine». Il consiglio che davo a tutti era di stare alla larga dal G8, sarebbe stato pericoloso, ed è stato inutilmente terribile”. Grillo ha poi raccontato e descritto una Genova blindatissima ai tempi del G8, commentando: “C’era la ricerca dello scontro a tutti i costi e le decisioni fondate sui pretesti che oggi appaiono le uniche possibili”. Le Iene, nella prima serata di oggi di Italia 1, tornerà sul delicato argomento in merito al quale le famiglie delle vittime pretendono che siano prese misure preventive al fine di scongiurare altri simili episodi anche in futuro. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Una vittoria zoppicante, quella raggiunta dallo Stato italiano in merito alle vicende avvenute nel 2001 durante il G8. Su 65 vittime, solo sei hanno accettato l’accordo con il governo, mentre i restanti pretendono una condanna. Lo Stato deve introdurre nella propria legislazione il reato di tortura, adeguandosi così alle normative e convenzioni internazionali. Questa sera, domenica 9 aprile 2017, Le Iene Show approfondiranno la vicenda intervistando le parti in causa e commentando quanto successo con Roberto Castelli, che all’epoca ricopriva il ruolo di Ministro di Grazia e Giustizia. Sedici anni di attesa e vicende processuali, che si sono concluse con l’ammissione del governo italiano di quanto accaduto quella notte a Bolzaneto. Le vittime e le famiglie non ci sanno e pretendono che vengano prese delle misure preventive perché questo tipo di episodio non si verifichi nuovamente. 



“Le dichiarazioni contenute nell’atto suonano come parole al vento finalizzate a spingere le vittime a ritiarsi dal processo”. Questo il pensiero di Vittorio Agnoletto, portavoce all’epoca dei fatti del Genoa Social Forum. Come si legge nel suo blog Popoff Quotidiano, l’intento del governo italiano sarebbe quindi di togliersi da una situazione spinosa. Lo Stato ha comunque riconosciuto i propri errori, come abbiamo approfondito noi de Il Sussidiario in un precedente articolo sul G8. L’accordo risulta tuttavia inaccettabile se si considera che l’accordo giunge due anni dopo la sentenza della Corte Europea che obbliga l’Italia a inserire dei codici di riconoscimento nelle divise di servizio delle autorità e di introdurre una legge sulla tortura. La proposta di legge, inoltre, successivamente archiviata, prevedeva un reato di tortura generico. La decisione della Corte mirava invece al collegamento fra lo stesso reato e le forze dell’ordine, oltre all’assenza di un termine di prescrizione previsto invece nella proposta del governo. 

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