Non è solo cinema, l’attore partenopeo infatti ha fatto anche tanta televisione e soprattutto molto teatro. Stasera sarà ospite nel salotto Che fuori tempo che fa da Fabio Fazio per parlare proprio di quest’ultima esperienza. L’uomo è reduce dallo spettacolo ”Una festa esagerata” di cui sicuramente racconterà molto al pubblico della televisione di Stato. Lo spettacolo teatrale è stato scritto, diretto e interpretato proprio da VincenzoSalemme. Nel cast abbiamo visto Nicola Acunzio, Antonella Cioli, Sergui D’Auria e altri attori di grande spessore. La storia tratta le vicende di una famiglia borghese che vede il confronto tra la voglia di valori morali del padre e quella di popolarità della madre. Ne nasceranno equivoci e anche diversi spunti molto interessanti. (agg. di Matteo Fantozzi)



Tra gli ospiti della puntata di Che fuori tempo che fa in onda questa sera su Rai 3 ci sarà anche Vincenzo Salemme. In questi giorni si ricorda a 50 anni dalla sua scomparsa Totò ed è quindi probabile che l’attore napoletano ne parli nello studio di Fazio. In una recente intervista a Il Mattino, Salemme lo ha ricordato così: “Totò non aveva regole, lacci e lacciuoli, se non la devozione per la propria fantasia”. Rispetto alla sua comicità, Salemme ha spiegato che oltre all’ironia tipica napoletano, il Principe aveva anche uno stile anglosassone, nel senso che si potevano notare degli elementi di surrealismo. L’attore ritiene anche che una lezione importante di Totò sia “la capacità di non prendersi sul serio. Per tornare al buon senso, il Principe ci avverte che, alla fine, sono tutte bazzecole e pinzillacchere”.



Tra gli ospiti della puntata di Che fuori tempo che fa in onda questa sera su Rai 3 troveremo anche Vincenzo Salemme. Nato a Bacoli, nei pressi di Pozzuoli, nel 1957, studia presso il Liceo Classico Umberto I di Napoli, dove consegue la maturità nel 1976. Nello stesso anno si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia della Federico II di Napoli, ma viene anche scritturato dalla compagnia teatrale di Antonio Russo, in arte Tato, con cui partecipa ad alcuni spettacoli fra cui il debutto nella commedia Ballata e morte di un capitano del popolo. La svolta artistica è, però, nell’anno successivo, quando a soli 20 anni Salemme ha l’opportunità di trasferirsi a Roma e lavorare con il grande Eduardo De Filippo e la sua compagnia teatrale. Con De Filippo e i suoi collaboratori partecipa a Quei figuri di tanti anni fa, e poi a Il cilindro e il sindaco di Rione Sanità, commedie poi trasmesse alla Rai nel biennio ’78-79.



La collaborazione con De Filippo prosegue a tutti gli effetti fino all’anno della morte del grande drammaturgo napoletano, e prosegue con suo figlio Luca fino agli inizi degli anni Novanta. In questi anni, dunque, matura la decisione di provare a rendersi indipendente fondando l’associazione culturale E.T.; il debutto avviene proprio a Roma con lo spettacolo Sogni, bisogni, incubi e risvegli. Grazie agli anni di gavetta accumulati presso la scuola De Filippo e a una certa popolarità ottenuta negli ambienti capitolini, Salemme ottiene un buon successo con questo primo lavoro autonomo, e riesce a mettere su una compagnia professionale. In questi anni, dunque, l’influenza di De Filippo è ancora evidente soprattutto nella scelta dei temi; Salemme riprende spesso il concetto di confine tra realtà e sogno, come in La gente vuole ridere, opera che ottiene un successo così importante da avere un sequel negli anni Duemila. Il 1995 è l’anno del grande successo con …E fuori nevica, commedia nata da un’idea di Enzo Iacchetti e che recentemente ha avuto una trasposizione cinematografica a cura dello stesso Salemme.

Nel frattempo, Salemme dà seguito anche alla carriera cinematografica, iniziata nel 1984 con un’apparizione in alcuni film di Nanni Moretti, e poi proseguita con Morte di un matematico napoletano di Mario Martone. Il debutto da regista è con L’amico del cuore, pellicola tratta da un suo grande successo teatrale; l’esperienza accumulata lo porta negli anni Duemila a legarsi in maniera sempre più stretta al grande schermo, in cui porta storie anche originali rispetto alla carriera in teatro. Importanti sono anche le sue collaborazioni con i fratelli Vanzina, con cui è tutt’oggi in rapporti professionali. Dopo aver accolto brevemente l’opportunità di doppiatore in Opopomoz di Enzo d’Alò, Salemme è tornato al teatro dal 2016 con l’opera Una festa esagerata.