La serie tv Maltese – Il romanzo del Commissario con Kim Rossi Stuart ha debuttato con oltre il 30% di share ad inizio settimana, e in generale sta raccogliendo un grandissimo successo: tra i personaggi emersi fin da subito spicca sicuramente Gianni Peralta, grande amico di Maltese e ucciso brutalmente insieme alla futura moglie durante la prima puntata.
È l’attore Claudio Castrogiovanni a dare il volto al Commissario Gianni Peralta. “Non sai mai quando giri una serie quello che verrà fuori dopo la realizzazione e se le tue impressioni saranno diverse” ha raccontato in esclusiva ai nostri microfoni “Devo dire però la verità, in questo caso da subito si capiva che ci potevano essere delle ottime aspettative. Questo perché c’è un cast sia tecnico che artistico di assoluto livello. Con il regista Gianluca Maria Tavarelli ci eravamo conosciuti sul set de ‘Il giovane Montalbano’. Poi mi ha proposto questa parte e nonostante sia stata breve la mia presenza ho avuto un ottimo riscontro anche perché poi dalla vicenda in questione ruotano parallele molte situazioni importanti di tutta la serie”. Castrogiovanni ha ammesso di essere rimasto soddisfato del modo in cui la Sicilia è stata raccontata, riflettettendo anche sugli ingredienti del nuovo lancio di Rai 1: “Cosa mi è piaciuto? Abbiamo visto col cast la serie a casa di Gianluca Tavarelli e da siciliano sono stato molto felice di non vedere emergere i soliti cliché sulla Sicilia. Tutti i personaggi sono di spessore e voglio citare l’inizio della serie. Parte come se fosse una serie alla Narcos con un inseguimento sui tetti, poi lo stesso Maltese dice che non sa nemmeno come si spara. Da questo si capisce anche il lato umano dei personaggi e vengono fuori tutti i caroschiuri“.
Claudio Castrogiovanni si sofferma anche su Kim Rossi Stuart, il grande protagonista di Maltese – Il romanzo del commissario: “Non lo conoscevo” ammette “e ho avuto l’onore di vederlo recitare e di conoscerlo sul set. L’avevo sempre stimato per come metteva a fuoco i suoi personaggi. In Anche libero va bene poi si è vista la sua interiorità e uno spessore che in Italia non si trova. Lavora con un’energia sorprendente che vedi poche volte negli altri attori. Ha pagato inizialmente la superficialità di essere un bello e per questo considerato uno senza spessore invece non è solo bello ma anche uno che ha lavorato molto su sé stesso e che ha un’importante interiorità“. Sul suo lavoro personale, infine, l’attore spiega: “Cosa mi resta? Tanto. Perché qunado giri ti accorgi subito se c’è qualcosa che può fare la differenza. Ho sentito lo scintillio di una cosa girata bene e con colleghi pazzeschi. Cito Barbara Ronchi, che interpreta mia moglie. L’ho conosciuta sul set e abbiamo avuto subito un’interconnesione. È un’attrice straordinaria. Da questa serie mi è arrivata la sensazione che questo mestiere è davvero bello. Il mio futuro? Giro una serie per la Cross su Rai 2. C’è un gruppo di lavoro importante con autori, regia e direttore della fotografia che fanno sperare bene nel futuro sperimentale della nostra Italia”.
(Matteo Fantozzi)