Michele Zarrillo ricorda il suo Festival di Sanremo con il celebre Brano Una rosa blu e ripercorre I Migliori Anni realizzando una performance che riesce a risvegliare i ricordi di tutti i presenti. Carlo Conti racconta al pubblico del grande successo che continua a registrare la tournée del cantante, che approfitta della sua presenza nello show di Rai Uno per esibirsi con uno dei suoi successi più recenti.  Fra i suoi ricordi, naturalmente, non possono mancare le dodici presenze al Festival di Sanremo, dodici grandi successi che hanno segnato la sua carriera con dei brani rimasti senza tempo. Il conduttore, inoltre, racconta alcuni aneddoti sui primi anni di Carriera dell’artista e lancia un servizio nel quale un giovanissimo Zarrillo cerca di trattenere l’emozione nell’esporre il tema di una delle sue canzoni. In quell’occasione, il cantante aveva un nome d’arte, Andrea, che ha poi lasciato quando ha scelto di riappropriarsi della sua identità. Il suo racconto, intanto, riparte da “Cinque giorni”. (Aggiornamento di Fabiola Iuliano)



Fra i tanti ospiti che stasera avranno modo di ripercorrere I migliori anni di Carlo Conti, ci sarà anche Michele Zarrillo, che come già anticipato avrà un ruolo di primo piano nel racconto delle sue dodici partecipazioni al Festival della Canzone Italiana. L’artista, con una carriera che abbraccia un periodo molto ampio che parte dagli anni ’70, si esibirà sul palco dello show di Rai Uno e porterà in scena alcuni fra i suoi più grandi successi. Domani, sabato 13 maggio, Michele Zarillo è atteso a Olbia presso il Parco Fausto Noce per una delle cinque esibizioni live previste per la sua tournée, ma in vista del grande successo del suo tour, ha scelto di pubblicare un breve video sui social per ringraziare il suo pubblico per l’affetto dimostrato nel corso dei suoi ultimi concerti. Se volete ascoltare le parole del cantante, prima dell’esibizione di stasera, potete cliccare qui e visualizzare il suo filmato direttamente sui social. (Aggiornamento di Fabiola Iuliano)



Nella prima serata di Rai 1 va in onda la terza puntata del fortunato programma I Migliori anni, condotto da Carlo Conti in collaborazione con Anna Tatangelo. Come di consueto tantissimi ospiti attesi in studio tra cui il noto cantante romano Michele Zarrillo, reduce dall’esperienza nell’ultima edizione del Festival di Sanremo con il brano Mani nelle mani. Proprio in ragione di tale partecipazione, Zarrillo questa sera sarà ospite nello spazio “Il Mio Sanremo” ricordando altre sue partecipazione al Festival della Musica Italiana ed in particolare sarà chiamato ad interpretare i brani L’elefante e la farfalla e la hit Cinque giorni. Complessivamente Michele Zarrillo ha preso parte a ben 12 Festival di Sanremo per cui può essere considerato uno degli artisti che vanta il maggior numero di presenze all’Ariston. In attesa di rivederlo dal vivo vi segnaliamo come in queste settimane sia protagonista in tutta Italia con il suo Vivere e rinascere tour.



In occasione del suo Vivere e rinascere tour, il cantautore romano Michele Zarrillo ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Il Giorno nella quale riconosce l’importanza di Sanremo anche sotto il profilo promozionale e difende le emozioni che sanno regalare le sue canzoni. Nello specifico l’artista ha rimarcato: “Sarebbe ingeneroso dire che non ha contato. Il percorso, probabilmente, l’avrei fatto comunque, magari con un paio di mesi in più di promozione, perché Sanremo è sempre una grande possibilità promozionale. Subito dopo il Festival il mio è stato uno dei cinque album più venduti, poi lo zoccolo duro dei fans s’è esaurito ed è calato in classifica. Con questo tour provo a farmi conoscere anche da nuove platee.

D’altronde un giovane tra me e un concorrente di Amici o X-Factor è ovvio che scelga il giovane emergente. Come mi sento in questo contesto musicale moderno? É vero che sono l’artista delle mamme e delle nonne, ma i miei concerti ad un certo punto bruciano un entusiasmo che sembra quello di un raduno rock. Nelle orecchie di chi si aspetta solo il Michele romantico certi momenti possono suonare anche troppo “dinamici”, ma questo è frutto di una profondità e di una varietà cromatica che penso di avere avuto poche altre volte in passato”.