Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction, ha replicato a Claudia Mori dopo il duro attacco alla Rai, accusata di ostracismo per aver bloccato la sua serie sul gioco d’azzardo. Una lettera al Corriere della Sera: questo lo strumento che Andreatta ha scelto per rispondere alla moglie di Claudia Celentano. Smentita l’accusa di un veto alla collaborazione con Ciao Ragazzi e quella di non voler trattare temi difficili come quello del gioco d’azzardo: «Semplicemente, per realizzare una fiction, o un film, non basta il tema: occorre anche una storia che funzioni. E a nostro avviso, in questo caso tale storia non c’e`». La serie di Claudia Mori è stata, dunque, scartata perché non convince per la sua qualità editoriale. Eleonora Andreatta ha spiegato che la selezione è stata severa, aggiungendo però che questa è l’unica strada per arrivare a lanciare un prodotto di qualità. Sulle colonne del quotidiano ha, quindi, spiegato le fasi di valutazione dello staff editoriale di Rai Fiction. «Non ci e` mancato di certo il coraggio di mettere in scena temi duri o controversi», ha proseguito Eleonora Andreatta, rimproverando Claudia Mori di aver ripresentato il progetto già precedentemente rifiutato. «In conclusione, la Rai, che sta collaborando da oltre un anno con la Ciao Ragazzi per un altro progetto, rimane molto interessata a valutare proposte per affrontare il tema della ludopatia in una fiction». (agg. di Silvana Palazzo)



Correva l’anno 2010 quando Claudia Mori annunciò che stava lavorando su una fiction di sei puntate sul gioco d’azzardo. Sette anni dopo la moglie di Adriano Celentano non è ancora riuscita a realizzare il suo progetto: a impedirle di proseguire su questo cammino sarebbe Eleonora “Tinny” Andratta, direttrice di Rai Fiction. Gian Antonio Stella ricostruisce la vicenda sul Corriere.it, insinuando il dubbio che ci possa essere “qualche reticenza dell’azienda pubblica ad occuparsi di un tema incandescente che, messo in prima serata, potrebbe infastidire lo Stato biscazziere e quanti contano sulle abbondanti pubblicità legate al gioco compulsivo, alle slot, alle scommesse”. Viene citata la lettera mandata nel 2010 dalla Mori al Corriere: “Non posso più tacere la mia esperienza umiliante e discriminante che sto vivendo in Rai. La mia società, nei suoi nove anni di vita, ha prodotto soltanto 4 fiction ovvero 4 miniserie, una ogni due anni. Altri produttori ne producono quasi altrettante, ma all’anno”.



Menziona anche la fiction sul gioco d’azzardo: “Prima unga serie di sei puntate sull’azzardo, Una vita in gioco, tra l’altro propostami da Del Noce e da me accolta con grande interesse per i risvolti socialmente interessanti e sulla quale avevo fatto già scrivere un soggetto dallo sceneggiatore Andrea Purgatori, presentato e accettato anche da Del Noce”. Da allora, ogni anno, la Mori continua a rilanciare l’idea e accusa la Rai di ostracismo, soprattutto ora che il gioco d’azzardo è un giro da 95 miliardi e i “tossici” da ludopatia sono in aumento. Oggi la Mori accusa e chiede che stia succedendo “dei soldi pubblici già spesi in questi anni” e degli sceneggiatori pagati per fare rifare le sceneggiature che non soddisfano i vertici di viale Mazzini. Tra i registi pronti a dirigere la fiction c’era anche Marco Risi ma il progetto è rimasto in bilico, impedendo anche che ne nascessero altri sullo stesso argomento. Claudia Mori confida oggi di essersi fatta un’idea del perché ciò è successo e punta il dito contro le ruggini rimaste tra la Rai e Adriano dopo una serie di “scerzi”, l’ostracismo e il fatto che il gioco d’azzardo sia un tema scomodo.

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