Una lunga intervista de La Repubblica a Morgan è l’occasione per riaprire la querelle Amici. L’interprete si scaglia contro la conduttrice del programma, quella Maria De Filippi che dopo averlo attirato nel programma gli ha voltato le spalle:”L’avrei evitato. Ma è stata una trappola. Maria mi disse: ti devi inventare qualcosa per uscire, così quando esci io posso parlare bene di te e tu sembri un fico. Io ero perplesso, ma lei alla fine mi ha messo il pubblico contro, e io a quel punto sono uscito. Non ero neanche incazzato, tanto era una commedia, credevo. Esco e vado a vedere sullo schermo quello che succedeva e sento lei che dice “avete ragione a essere arrabbiati con Morgan, ma non dovete ucciderlo”. Non ci potevo credere. Poi è venuta a cercarmi e mi ha detto: non sei mortificato? Io le ho risposto: no, crocifisso”. Morgan svela poi un altro aneddoto sulla De Filippi, questa volta inerente l’ultimo Festival di Sanremo:”Io già lavoravo con la De Filippi, lei mi disse: ‘Conti vorrebbe trascinarmi a Sanremo, ma figurati se ci vado’. In realtà aveva già firmato, e io avevo già consegnato la canzone, e tutti e due, Conti e la De Filippi, hanno detto che era un capolavoro, però non mi hanno selezionato. Maria disse:’Io non ho voce in capitolo sul cast. E sì, certo, poi però tra i giovani ha vinto Lele'”.
Morgan a tutto campo nell’intervista rilasciata a La Repubblica in cui ha ammesso, fra le altre cose, di essere incredibilmente senza contratto discografico. Queste le parole del cantautore milanese:”Li ho mandati tutti a fare in c**o, oppure forse sono loro che mi hanno mandato a fare in c**o, fatto sta che non hanno capito il valore di quello che sto facendo, ed è imbarazzante perché invece il valore di Fedez lo capiscono, e poi per carità Fedez magari ha un grande valore, ma le mie cose non passeranno alla storia perché non escono, da dieci anni non escono, ho cinque dischi fatti che sono lì, pronti”. Morgan recrimina anche sulla mancata possibilità di produrre i talenti scoperti da giudice a X-Factor:”Ma sì, dai, non è poi così strano, mi hanno sempre usato nei talent show perché sanno che sono bravo a far emergere quelli bravi. Ho la visione perché sono un produttore, non mi hanno fatto mai produrre quelli che tiravo fuori, vedi Mengoni, Noemi, Michele Bravi, Chiara, hanno sempre impedito i contatti tra me e i ragazzi, perché sono quello che arriva in ritardo, che non consegna, ma non è vero”.
Morgan, artista poliedrico e dal talento probabilmente inespresso, in passato chiese anche una collaborazione al grande Mogol, ma la risposta fu di quelle inattese. Lo ha detto lo stesso polistrumentista a La Repubblica, raccontando un aneddoto del tutto inedito: “Mi è capitato di mandargli un pezzo (a Mogol, ndr), volevo che mi scrivesse il testo, anche perché prima o poi, pensavo, l’esperienza Mogol va fatta, gli mando la base, un blues alla Tom Waits. Si è incazzato, ha detto “mi devi mandare la melodia con i numeri e io ti ci metto le parole con la metrica esatta”, cioè voleva la metrica già tutta stabilita. Mi ha detto “così non si fa, non sono abituato, arrivederci”. Io avevo solo pensato di lasciarlo più libero possibile. Magari Battisti gli mandava le melodie con i numeri, chissà com’è quella de I giardini di Marzo (e cantare la melodia del pezzo di Battisti con i numeri al posto delle parole): “Ventiquattro sessanta duemila duecentotrentuno, due mila tre, novantasei, quattrocento novanta duemilioni e trentadue”. Un Morgan ironico e come sempre perfettamente nella parte di “vittima” consapevole del “sistema”…