“La merce la lavoro io” si sente nel file audio venuto in possesso del programma Striscia la notizia. La voce è quella del conduttore tv e attore Fabio Insinna, conosciuto dal pubblico italiano come conduttore del programma a giochi Affari tuoi su Rai Uno e come un bonaccione simpaticone. Quello che invece definisce i concorrenti “merce” sembrerebbe un cinico volgare che non è esattamente il personaggio pubblico che conosciamo, tutt’altro. Si sentono altre parole, tipo “colpiscila al basso ventre” sempre parlando di una concorrente che doveva essere inquadrata in modo più appariscente.
Dove è accaduto tutto questo? Nel classico fuori onda di cui Striscia la notizia è il maggior diffusore in Italia. Insinna si trovava in riunione con gli autori ed ha avuto il cosiddetto “sbrocco”, parole forti e appunto volgari, ma non è altro che quello che avviene in qualunque riunione di ufficio quando la pressione è alta e ci si lascia andare e poi ci si ricompone, come si dice. Il fatto grave che denunciano in molti è piuttosto che uno dei presenti abbia volutamente registrato l’audio e poi lo abbia mandato a un programma di una rete concorrente, colpendo così alle spalle sia Insinna che la Rai.
E’ questa “l’infamata” di cui si parla tanto oggi (sembra che stasera poi a Striscia verrà mandata in onda la seconda parte della registrazione). E’ ovvio che ci sono gli estremi per la denuncia sia nei confronti di chi ha registrato che nei confronti di Striscia. Quante volte abbiamo visto fuori onda sempre a Striscia di Emilio Fede o Enrico Mentana che insultano letteralmente i tecnici per aver sbagliato i tempi della messa in onda di un servizio, robe che veniva voglia di dire, con uno così non ci lavorerei mai. Ma si trattava sempre di immagini mandate con il loro permesso.
Qua è diverso e anche se Insinna ne esce male, dice Selvaggia Lucarelli, “Ne esce malconcio l’infame (sì, l’infame) che ha registrato di nascosto Insinna e ha mandato quel file non solo ad uno che non aspettava altro, ma pure a una rete concorrente, quindi tradendo sia la fiducia di un conduttore (che evidentemente parla in presenza di persone che forse non stima, ma di cui si fida) che quella di un’azienda”.
Su Facebook oggi l’autore di programmi televisivi Ermanno Labianca che recentemente ha lavorato proprio con Insinna, commenta con amarezza: “Adesso attendiamo che Striscia la notizia pubblichi le immagini rubate nelle palestre dove ragazzi malati e in carrozzina giocano a basket, negli ospedali dove ci sono i bambini sofferenti e gli anziani che hanno bisogno di una parola di conforto, nei campi di accoglienza dove si lavora per scopi umanitari. E’ li che Flavio Insinna passa molti suoi interi fine settimana, quando non lavora. Anche li urla, e regala tutto il fiato potente che ha, anche lì si prodiga per migliorare le cose con le sue piccole, umane possibilità. Anche lì fa sorridere, come quando si incazza ferocemente.
Lì non viene raggiunto dai meschini che filmano e ritraggono la mano. Mentre si lavora ci si arrabbia, si “sbrocca”, si dicono cose irripetibili. Si sbaglia e ci si pente un attimo dopo. Siamo umani, e un po’ diavoli. Sotto pressione ci difendiamo. Ma la vita non è solo quella di un fuori onda, quella colta da una mano malvagia. C’é di più”. Conclude Labianca: “Sentivo di dirlo, a difesa di un ragazzo dal cuore d’oro”. Definizione questa che sulla Rete ha trovato più consensi che l’immagine di cattivo che ne ha dato Striscia.
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