Non si ferma l’ondata di scalpore sul servizio de Le Iene sulle morti in ambulanza, causate durante il trasporto dall’ospedale alle loro abitazioni di malati in gravi condizioni. Verrebbe iniettata dell’aria nelle vene dei malati per causarne il decesso, poi approfittando dello shock e del disorientamento dei parenti, vengono consigliati e indirizzati servizi funebri sui quali i criminali prendono delle percentuali. Il servizio della Iena Roberta Rei ha scatenato le indagini, oltre che l’indignazione generale. I fatti sono avvenuti in Sicilia ma non è stato ancora reso noto il nome della città in cui sono avvenuti i decessi. Si sta però cercando di quantificare per quante volte questo macabro rito sulla pelle dei malati sia stato ripetuto: approssimativamente, si parla già di oltre cento decessi causati durante i trasporti. Un numero enorme di morti in ambulanza che non poteva non insospettire e che ha portato alla segnalazione alle Iene: i fatti sarebbero iniziati addirittura nell’ormai lontano 2012.
Le Iene, programma di intrattenimento e approfondimento giornalistico in onda su Italia Uno, nella puntata dello scorso 21 maggio hanno messo in luce un’agghiacciante consuetudine che sembra aver preso piede in un paesino della Sicilia. Il servizio è stato realizzato dalla Iena Roberta Rei in un paese dell’isola di cui non è stato fatto il nome. Questo perché il giro messo in luce è davvero macabro: quando un malato si trova in gravi condizioni, spesso chiede di trascorrere gli ultimi giorni della sua vita a casa propria. Per farlo, nella maggior parte dei casi viene trasportato dalla struttura in cui si trova ricoverato fino a casa con l’ambulanza. E la segnalazione alle Iene è arrivata proprio a causa dell’elevato numero di decessi avvenuto durante questi trasporti. Morti di persone già in gravi condizioni di salute, ma inspiegabili per come si presentavano al momento dell’ingresso in ambulanza. E la gravissima risultanza dell’inchiesta porta a scoprire come questi decessi siano tutt’altro che casuali.
Il servizio de Le Iene del 21 maggio 2017 mostra come questa girandola di morte viene innescata dai dipendenti della ditta privata che si occupa del trasporto in ambulanza dei malati verso le proprie abitazioni. Le persone vengono trasportate sempre già in gravi condizioni, quando l’ospedale o la casa di cura avvertono i parenti che non c’è ormai nulla da fare per loro se non alleviare le sofferenze in attesa dell’ultimo respiro. Molto spesso, i malati vengono quindi trasportati addormentati o in stato di incoscienza. A quel punto interviene il personale dell’ambulanza che inietta aria nelle vene dei malati, costringendoli ad una morte prematura rispetto a quello che sarebbe stato il naturale decorso. Un omicidio a tutti gli effetti, con le testimonianze shock raccolte dalla Iena Roberta Rei che ricostruiscono il macabro scenario.
Il servizio de Le Iene del 21 maggio scorso spiega come queste morti in ambulanza siano necessarie per alimentari un giro di soldi tra chi lavora al trasporto dei malati e le ditte di pompe funebri, che a loro volta sono tenute sotto scacco da veri e propri criminali che gestiscono questo racket sulla pelle dei malati. Quando infatti avviene improvvisamente il decesso in ambulanza, i parenti della vittima sono sorpresi e disorientati: a questo punto interviene il personale dell’ambulanza, responsabile in realtà della morte del paziente, che consiglia e indirizza i parenti verso le ditte di pompe funebri colluse. Che a loro volta, una volta erogati i servizi e ricevuti i pagamenti, versano una quota ai criminali che gestiscono il giro di denaro e morte. Venuto alla luce questo modo criminale di generare profitto, si attendono ora sviluppi con le indagini che porteranno probabilmente ad emergere particolari più circostanziati riguardo queste morti in ambulanza.