Le autorità venete e dell’Emilia Romagna sono in grande fermento in queste settimane, per via del ritrovamento di centinaia di piante di marijuana nelle zone industriali in disuso. Spesso i titolari sono imprenditori suicidi, oppure gli stabilimenti sono falliti, hanno subito pignoramenti e molto altri ancora. In generale, non sono aree controllate e frequentate, l’ideale per una coltivazione di massa simile. La tipologia preferita dai coltivatori clandestini, a quanto rivela La Repubblica, è la Skunk, una delle più potenti. Se ne parlerà questa sera, domenica 7 maggio 2017, a Le Iene Show. Ad essere rientrati nel mirino dei produttori di marijuana sono i piccoli comuni, come Bagnoli di Sopra, dela provincia di Padova, oppure Castel del Rio, in provincia di Imola. Secondo le indagini delle autorità, si tratta di posti in aperta campagna, dove all’interno dei capannoni sono previsti degli impianti adatti alla coltivazione industriale di marijuana. 



I capannoni veneti e emiliani destinati alla coltivazione della marijuana sono sotto il controllo della mafia cinese. Quuesto è quanto appurato dalla Squadra Mobile, anche se non ci sono prove certe a riguardo. Sul posto, infatti, è stato trovato solo un custode, un clandestino, stordito dalla presenza delle 1.640 piante di marijuana. “Quel fantasma non è di alcuna utilità alle indagini, perché con sé non aveva neanche un cellulare”, sottolinea Mauro Carisdeo, a capo della Squadra Mobile di Padova. Il direttore della Fondazione Nord Est dovrà invece prevedere un piano di riqualificazione per arginare la problematica. A quanto ha dichiarato il professor Micelli, in realtà le strutture si trovavano in luoghi di bassa qualità, “ma ben serviti, facilmente raggiungibili, dotati di parcheggio”, mentre adesso sono inutilizzabili. 

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