Giancarlo Magalli ha intervistato Anna Maria Scarfò, stuprata da 12 persone quando aveva solo 13 anni. Le vilenze si sono protratte per anni ma poi la ragazza ha trovato il coraggio di denunciarli, come ha raccontato lei stessa nella puntata di oggi de I fatti vostri. Invece di essere solidali con lei, i suoi compaesani l’hanno però isolata e additata come rovinafamiglie: Anna Maria ha anche subito minacce da parte dei familiari dei suoi aguzzini, che nel frattempo sono stati processati e condannati. La giovane donna ha subito anche minacce di morte ed è stata costretta ad entrare nel programma di protezione, lasciando il suo paese. Nel suo racconto, Anna Maria parte dal giorno del suo compleanno, quando uscendo per andare a comprare gli ingredienti per la torta aveva incontrato un ragazzo del paese di 21 anni, che l’aveva avvicinata a bordo della sua auto dicendo di volersi fidanzare con lei. Poco a poco lui aveva guadagnato la sua fiducia e il giorno prima di Pasqua era andato a prenderla in chiesa, dove lei stava provando con il coro. Il giovane l’aveva convinta a fare un giro in auto con lui ma appena lei aveva chiesto dove erano diretti lui aveva gettato la maschera, diventando aggressivo. L’auto si era fermata davanti a un casolare dove c’erano altre tre persone ad attenderli: “Ho subito lì la prima violenza sessuale: sono stata violentata a turno da 4 persone”. Dal 1999 al 2002 gli aguzzini di Anna Maria hanno continuato a fare di lei ciò che volevano, minacciando che se si fosse rifiutata o se l’avesse detto a qualcuno avrebbero ucciso sua sorella. Quando però le hanno chiesto di consegnare loro anche la sorellina minore, Anna Maria si è ribellata e ha denunciato tutto a due Carabinieri che erano entrati per caso nella rosticceria dove lavorava.
I colpevoli sono stati processati e condannati, compreso il parroco a cui la ragazza aveva chiesto aiuto, ricevendo in cambio solo un test di gravidanza e le parole “io ti assolvo”. Le famiglie di questi però le hanno reso la vita impossibile, come racconta lei stessa: “Sono stata violentata due volte, la prima dal branco e la seconda dal paese, che mi ha isolata e minacciata. Ero la rovinafamiglie per loro: sono stata picchiata, mi hanno minacciata, mi hanno ucciso un cane, mi hanno bruciato la porta di casa. Volevano che ritrattassi. Sono stata sola finché non sono entrata nel programma di protezione”. Ora la giovane donna sta cercando di lasciarsi alle spalle le violenze subite, da quegli uomini e anche dai compaesani che si sono mostrati solidali: “Io vivo sotto protezione da otto anni. Mi è cambiata la vita e nella sfortuna ho avuto la fortuna, grazie al Ministero degli Interni, di poter riprendere in mano la mia vita. Ora sono una donna di 31 anni che studia e a giugno mi diplomo per diventare parrucchiera. Sto cercando di fare una vita normale per ritrovare me stessa”. Clicca qui per vedere il video dell’intervista dal minuto 1.18.