Quando la volpe non arriva all’uva, dice che è acerba. La morale della celeberrima favola di Esopo evidentemente è destinata a rimanere tale nei secoli dei secoli, adattandosi perfettamente a ogni tipo di situazione ancor oggi. Come si sa, la volpe, non riuscendo ad arrivare a raggiungere l’uva, per non ammettere la sua sconfitta, se ne andò dicendo che tanto non era buona da mangiare. Maliziosamente si può adattare l’episodio a quanto sta succedendo nel mondo delle radio e delle televisioni in questi giorni. Un antefatto: RTL 102.5, la radio che cominciò dal nulla nel 2000 inventandosi la geniale formula della radiovisione, cioè la trasmissione in diretta anche in televisione, è oggi la radio privata più ascoltata d’Italia, con una media di oltre cinque milioni e mezzo di ascoltatori al giorno e 14 milioni e mezzo alla settimana, battendo così quella che da sempre era la radio numero uno del paese, Radio Deejay che ha perso il dominio assoluto.
Si spiegherebbe così la decisione di Sky di non rinnovare la partnership con quest’ultima per la prossima edizione di X Factor e darla invece ai concorrenti di RTL. In questa ottica, appaiono alquanto costruite a tavolino con un certo snobismo le parole con cui Linus, da sempre direttore di Radio Deejay, ha accolto la notizia parlando al Festival della TV: “Era da qualche anno che la situazione si trascinava e non ero contento del nostro rapporto di collaborazione”. Dunque Sky gli ha fatto un favore.
Linus aggiunge che il programma è bellissimo e se fosse un produttore televisivo gli piacerebbe fare proprio X Factor, ma, spiega, che “Un conto è il programma tv, un altro l’aspetto musicale, che purtroppo non va da nessuna parte e mostra gli anni che ha. Nel resto del mondo XF non esiste praticamente più, l’Italia sta tenendo in vita un moribondo. Non ricordo nemmeno chi ha vinto l’anno scorso o quello prima. Non è successo niente da Mengoni in poi, con l’eccezione di Francesca Michielin. Due che ce l’avrebbero fatta anche senza talent”.
Poi la stoccata che rivela un sostanziale sottofondo di rabbia per la perdita dell’esclusiva: “Rtl ci si è buttata sopra con l’eleganza che la contraddistingue e noi siamo lieti di lasciarle spazio, così Kekko dei Modà avrà qualche altra canzone da scrivere. Per come fa la radio Rtl, inserire nella programmazione altre 20 canzoni “riempitive non cambia nulla. Il loro è un ipermercato della musica, se sono contenti così, affari loro. E e sono contenti a XF, vuol dire che sono pronti ad abbassare ancora il livello”. Parole non degne di un professionista come Linus. Anche perché, in qualità di direttore di Radio Deejay, sarebbe meglio ammettesse che l’aspetto musicale della sua radio è da anni uno dei più bassi d’Italia: nessuna promozione di talenti sconosciuti, nessuno spazio agli esordienti, solo musica mandata a ripetizione dei cantanti che le case discografiche vogliono arrivino alle masse. Dunque, per chiudere con un altro proverbio saggio, “da che pulpito viene la predica?”.
Ma a Linus scappa detto anche un desiderio, che la dice lunga dell’autostima del personaggio: “Non avrei problemi ad accettare la conduzione di Sanremo e credo che saprei farlo in maniera più che dignitosa. Ma non me lo chiederanno mai”. Non ne abbiamo dubbi, visto il livello di Sanremo. Ah, quando le radio erano libere, ma libere veramente!