Questa sera c’è un imperdibile appuntamento con la grande musica grazie allo show Partigiano Reggiano con eccezionale protagonista il celebre Adelmo Fornaciari meglio conosciuto dai fan con il nome d’arte di Zucchero. Uno show che prende spunto dall’omonimo album del cantante emiliano grazie al quale ha potuto confermare un successo senza tempo e senza precedenti. Un’evidenza in tal senso arriva anche dall’ultima edizione del Festival di Sanremo. Una kermesse che è sempre stata indigesta per Zucchero come dimostrano le ben quattro bocciature che ha raccolto in altrettante performance sul palco dell’Ariston. Eppure in questa ultima edizione si è deciso di omaggiare giustamente l’artista italiano facendolo diventare il super ospite. Peraltro Zucchero non ha tradito le attese esibendosi in brani di spessore come Miserere e Partigiano reggiano.
Nel corso di una recente intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, Zucchero ha voluto parlare del suo tour mondiale che gli ha permesso di raccogliere un eccezionale successo. L’artista emiliano ha sottolineato: “Per la prima volta ho suonato all’estero in un locale da 2.500 posti con solo 17 italiani tra il pubblico. Quando vado all’estero c’è sempre un 50, 60% di italiani. A Sydney l’Opera House era piena malgrado la crisi, a Tokyo, anche per merito del mio chitarrista, Tomoyasu Hotei, è stato un trionfo”.
Nel corso della medesima intervista a La Stampa, Zucchero ha voluto parlare degli ultimi attentati terroristici che hanno colpito la città di Manchester nel corso di un concerto di Ariana Grande e Londra. Zucchero ha espresso la propria opinione in maniera netta rimarcando: “I terroristi sono vigliacchi, non colpiscono i palazzi del potere ma i ragazzi senza potere. Non è una guerra tra guerrieri ma una guerra fra infami. Lo pensavo già dopo i fatti di Parigi, dopo il Bataclan. Sono mesi che spero ci sia qualcuno, il Bob Geldof della situazione, che alzi il telefono e faccia qualcosa, chiami a raccolta. Proprio dall’Australia volevo chiamare Bono e parlarne, organizzare un concerto con molta gente per gridare forte la nostra rabbia. Purtroppo molti pensano che in Europa non si possano fare concerti di quel tipo, proprio per l’alto rischio, ma non sono d’accordo”.