È il film che andrà in onda su Iris oggi, lunedì 19 giugno 2017, che racconta della battaglia di Iwo Jima dal punto di vista nipponico ed è il sequel del film Flags of Our Fathers, sempre diretto da Eastwood, che narra le vicende della medesima battaglia, secondo gli americani. La pellicola è stata girata in lingua giapponese e nella sua distribuzione internazionale sono stati aggiunti i sottotitoli. In Italia il doppiaggio è stato effettuato solo con la distribuzione in dvd. La pellicola ha ricevuto molta attenzione da parte della critica internazionale. Ha vinto il premio Oscar al Migliore Sonoro, mentre Clint Eastwood ha ricevuto la doppia nomination per il Migliore Film e Migliore Regia, assegnati però a Martin Scorsese e al suo The Departed. Il film ha ricevuto un Golden Globe e un Chicago Film Critics Association Award come film straniero e diverse nomination a numerose rassegne cinematografiche internazionali, compreso un Nastro d’argento per la regia. Il figlio del regista, Kyle Eastwood, noto musicista, ha curato la colonna sonora.
, il film in onda su Iris oggi, lunedì 19 giugno 2017 alle ore 22.50. Una pellicola americana del 2006 di genere storica con una forte connotazione drammatica che è stata diretta da Clint Eastwood e ha finanziato il progetto insieme a Steven Spielberg e Robert Lorenz. Gli attori principali sono Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya, Tsuyoshi Ihara, Ryo Kase, Shidô Nakamura, Hiroshi Watanabe e Takumi Bando. Ma vediamo nel dettaglio la trama del film.
Il film inizia nel presente, alcuni ricercatori trovano a Iwo Jima resti militari risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. La storia si sposta al 1944 con l’arrivo sull’isola di Iwo Jima del Generale Tadamichi Kuribayashi. L’uomo si rende conto fin da subito di non avere un vero esercito ai suoi comandi, molti dei giovani militari sono totalmente inesperti. Saigo e Kashiwara, due ex panettieri, arruolati a forza tra le file nipponiche, stanchi del duro lavoro di scavare trincee, subiscono una pesante punizione per la loro insubordinazione e solo l’intervento di Kuribayashi, impedisce di ricevere una pena maggiore.
Kuribayashi, capisce che i ragazzi, seppur ignari del quadro generale della guerra, ci hanno visto giusto e ordina ai suoi soldati di lasciare le trincee e spostare i lavori di fortificazione sul monte Suribachi. I mezzi a disposizione dell’esercito di stanza sull’isola sono totalmente obsoleti e inadeguati. La marina nipponica ha subito pesanti perdite da parte dell’esercito americano e i superiori di Kuribayashi inviano sull’isola solo un altro gruppo di soldati. La battaglia finale tra le truppe nipponiche e l’esercito americano inizia il 9 Febbraio del 1945. La strategia del generale, inizialmente si rivela vincente.
I soldati nei lunghi mesi invernali hanno scavato cunicoli sotterranei e grotte nella montagna e la loro profonda conoscenza dell’isola gli ha permesso di avere la meglio nelle prime fasi dello scontro. Le forze americane sono più numerose e meglio equipaggiate a lungo andare il generale non può fare altro che ritirarsi. Alcuni dei suoi sottoposti decidono di non obbedire all’ordine e volontariamente sacrificano la loro vita per fare il maggior numero di vittime sul fronte americano. La battaglia si conclude il 26 marzo del 1945, circa due mesi dopo l’inizio delle rappresaglie con la decisione del generale di penetrare nella base americana in una Carica Banzai dal chiaro intento suicida per evitare la vergogna della cattura. Uno dei pochi superstiti al massacro, il giovane Saigo, viene catturato. Nel finale si scopre il contenuto della sacca dissotterrata. L’involucro, appartenuto a Saigo, conteneva le lettere che i soldati scrivevano ai propri familiari in Giappone.