I peggiori, l’ultimo film di e con Vincenzo Alfieri, è un film giovane che tra citazioni e colpi originali sorprende e tiene gli occhi dello spettatore fino alla fine ben incollati allo schermo. Per questa recensione quindi la narrazione della pellicola seguirà il veloce e imprevedibile stile della pellicola stesso. Partiamo dunque dalla fine: il giudizio. Sicuramente è un film da vedere. Su questo non c’è da discutere molto. Conviene vederlo perché Vincenzo Alfieri e Lino Guanciale sono bravissimi a interpretare due fratelli squattrinati che si barcamenano in una città bella, ma complicata come Napoli per tirar su quei soldi necessari a tenersi la custodia della loro tredicenne sorella Chiara, interpretata dalla bravissima Sara Tancredi, che regalerà risate con battute in dialetto e riflessioni con la tipica saggezza delle ragazze che sono dovute crescere in fretta.



Alfieri mischia sapientemente diversi elementi realistici, come quello di far trovare Massimo, il fratello interpretato da Guanciale, senza soldi e con diversi mesi di arretrati da incassare dal capo cantiere albanese, con elementi della commedia moderna. I due fratelli, dopo l’ennesimo mese non pagato dal titolare, che ha il volto di Tommaso Ragno, decidono di andare a rubare di notte le mensilità dovute dal suo ufficio. Quella notte nulla va com’era stato previsto e i due fratelli si trovano loro malgrado a sgominare uno sfruttamento di decine di extracomunitari che lavorano nel cantiere e diventano noti come “I demolitori”. Da una bravata nata a fin di bene, quindi, i due si trovano a essere “trendtopic” su Twitter e ad avere milioni di visualizzazioni su un video che li riprende con su due improbabili maschere di Maradona, usate per non farsi riprendere la famosa notte.

Da quel momento in poi il ritmo del film, e quindi anche di questa recensione, si velocizza e i due fratelli si trovano a fare i paladini della città, a pagamento, andando a “demolire” tutti i furbetti di Napoli e mettendoli poi sul web, ottenendo così milioni di like da tutti coloro che si sono stancati di essere sfruttati dai soliti furbetti.

All’improvviso la storia si complica perché si intromettono una corrotta imprenditrice e un commissario di polizia, interpretato da un convincente Biagio Izzo, che si conferma un grande attore avendo il difficile ruolo della persona seria, se non seriosa. Il racconto della trama si interrompe qui. Le ragioni per vedere il film no.

Chi ama infatti la buona musica ne troverà parecchia nelle diverse scene del film e lo stile utilizzato sorprende perché il ritmo della musica segue la velocità con cui vengono tagliate e montate le scene, per cui ci si troverà a osservare il panorama di Napoli con una velocità calzante e poi seguire una scazzottata con un ritmo rock. 

Infine, sembra giusto soffermarsi su alcuni temi trattati dal film, anticipando che sono diversi e anche più profondi di quelli che si immaginano per una commedia.  Convince a tal proposito come’è stato tratteggiato il rapporto dei fratelli, sia tra i due più grandi nei confronti del difficile mondo del lavoro, sia quello con la sorella in cui dovranno essere anche un po’ madre e padre con uno dei due che regala risate facendo quello che si preoccupa perché Chiara esce con un ragazzino più grande.

Il film è in sintesi un ritratto dei giovani d’oggi: determinati e coraggiosi, memorabile la battuta del film “Sei troppo entusiasta per uno che guadagna cinquecento euro al mese”; esperti di tecnologia, tanto che mirano a essere trendtopic, ma anche con una ferita sul cuore che li spinge, non trovando figure autorevoli accanto, ad arrangiarsi con quello che hanno a disposizione dalla sorte.

C’è molto altro in realtà, sia nel film che nei giovani che esso racconta, ma lo lasciamo scoprire a chi farà la “fatica” di andare al cinema, perché, si sa, i giovani d’oggi non si raccontano al primo incontro.