In questo periodo in cui i maturandi affrontano il famoso esame che certificherà il loro ingresso nel mondo universitario o in quello del lavoro è utile trarre qualche spunto da un film che ha molto da insegnare. La pellicola in questione è Will Hunting – Genio ribelle. La storia di Will è semplice quanto intrigante. Il ragazzo infatti fa le pulizie nel prestigioso Massachusetts Institute of Technology (Mit), dove un giorno il professor di matematica Gerald Lambeau propone a tutta la classe un difficile problema da risolvere. Il giorno dopo il problema viene trovato risolto sullo specchio di un bagno, ma nessuno della classe del professore si fa riconoscere come il geniale risolutore.
Il professore allora propone alla stessa classe un problema ancora più complesso. Il giorno dopo, passando per un corridoio, scopre Will che sta scrivendo su una lavagna la soluzione e inizia a braccarlo proponendogli una borsa di studio in cambio della sua disponibilità a frequentare corsi di matematica e ad andare da uno psicologo, in quanto ritenuto un soggetto violento. Parte così una vera e propria caccia a Will, dove sia Lambeau che i vari psicologi che gli presentano vogliono spingere il ragazzo a usare la sua genialità matematica per diversi nobili scopi e altri meno nobili, come far carriera grazie alle sue scoperte scientifiche.
In tutto questo giro di giostra di trucchi per manipolare il ragazzo spicca la figura di Sean McGuire, l’unico psicologo che alla fine ha accettato di avere in cura il ragazzo, in quanto tutti gli altri sono stati respinti in malo modo da Will. Sean, interpretato magistralmente dallo scomparso, ma non dimenticato Robin Williams, è l’unico che si pone nei confronti del genio ribelle raccontandogli la propria esperienza e trattandolo da uomo. Il film regala a tal proposito una scena rimasta negli annali del cinema quando Sean parla dell’amore voluto a sua moglie.
L’invito che fa a tutti i ragazzi questo film è quello di essere ribelli, di scrollarsi di dosso tutte quelle persone che presupponendo di sapere quel che è giusto per loro li spingeranno a vivere una vita che non è la loro. Il regista sembra suggerire che i ragazzi possono essere liberi non tanto se avranno la fortuna di nascere geniali come Will, ma se incontreranno qualcuno che sia incuriosito da loro e intraprenda con essi un viaggio alla sincera scoperta di ciò a cui sono chiamati a fare in questo caotico mondo partendo dai loro affetti e desideri. Si potrà scoprire, ad esempio, che si può essere più felici nell’essere fedeli a un rapporto amoroso con una ragazza che non a vincere la medaglia Fields, il premio Nobel dei matematici.
Tutto questo e molto altro è contenuto in Will Hunting -Genio ribelle e l’augurio non può che essere di essere come Will, quindi ribelli nei confronti dei cinici cacciatori di talenti e appassionati amanti di ciò che veramente dà senso a una vita di essere vissuta, anche se sembra non corrispondere ai criteri della società. Buona ribellione!