Lino Banfi è uno dei volti più conosciuti della commedia italiana e molti dei suoi film sono considerati veri e propri cult. In una lunga intervista rilasciata ad Emilia Costantini sulle pagine del Corriere.it l’attore racconta la sua carriera partendo dagli albori, quando era solo un ragazzino di nome Pasquale Zagaria. Ad Andria, sua città natale, Banfi proveniva da una famiglia modesta e per studiare aveva dovuto andare in collegio. Proprio lì la sua vena comica aveva iniziato a farsi sentire la sua vena artistica: “Mentre gli altri ragazzini potevano tornare a giocare a pallone per strada, perché non cadevano più le bombe, io venivo responsabilizzato. I preti erano severi: ancora oggi ho dolori alle ginocchia, perché lì ti inginocchiavi in continuazione per pregare o per punizione. Nelle occasioni canoniche partecipavo alle recite: non ero bello e non mi facevano mai fare la parte di Gesù, al massimo San Giuseppe, San Pietro o il traditore Giuda”.



Dopo essere scappato dal liceo di classico per inseguire una compagnia di varietà, mandando in pezzi il sogno del padre di vederlo diventare un giorno cardinale, Banfi dovette trovare il nome giusto per abbreviare il suo, Pasquale Zagaria. A dargli una dritta importante a riguardo fu il grande Totò: “Come pseudonimo avevo scelto Lino Zaga, ma fu il grande Totò a farmelo modificare. Quando mi ricevette in casa sua ai Parioli, ero molto emozionato. Mi accolse in vestaglia di raso bordò, con tanto di stemma sul taschino. Mi fece accomodare in salotto e subito mi chiese: ‘Come ti chiami?’. Quando gli risposi Lino Zaga, fu drastico: nel mondo dello spettacolo accorciare il nome porta bene, accorciare il cognome porta jella”. Il suo impresario, che faceva il maestro elementare, fece il resto: “Acchiappò l’elenco della sua classe: il primo nome era Aureliano Banfi”.



Lino Banfi è uno degli attori di punta della commedia sexy all’italiana, genere che ebbe il suo apice tra gli anni settanta e ottanta, entrando nell’immaginario collettivo. Film dopo film, Lino Banfi strinse un lungo sodalizio cinematografico con Edwige Fenech, con cui coltiva ancora oggi una bella amicizia: “Siamo amici e ancora oggi ci sentiamo. Ora si è trasferita in Portogallo e le ho detto: è il posto giusto per te, sei nata in Algeria, in una città che si chiama Bona, adesso sei ancora bellissima e non a caso vivi a Lis-bona”. L’attore ha un unico rimpianto, non aver mai recitato in un grande film: “Non mi è mai capitato di interpretare un film importante, di quelli che partecipano ai festival. Non ho mai ricevuto un premio: mi accontenterei di un orsetto di pelouche. Nel mio lungo percorso artistico, sono sempre stato scortato da un’ombra di malinconia e forse per questo mia moglie dice che sono sempre inchezzeto’. Ma si sa: i comici in famiglia non sono divertenti”.

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