È nel cuore dei napoletani. Per questo, ad un anno dalla sua morte (avvenuta il 27 giugno 2016), hanno richiesto l’intitolazione di una strada all’attore. Lo hanno annunciato i Verdi, che hanno presentato ufficialmente la richiesta. Non sarà necessario aspettare cinque anni, come prevede la legge, perché verrà adottato lo stesso metodo con il quale è stata intitolata una strada del centro storico a Pino Daniele. Lo ha precisato Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale campano per i Verdi. Probabilmente Bud Spencer darà il suo nome ad una strada del quartiere di Santa Lucia a Napoli, dove Carlo Pedersoli è nato. A testimonianza dell’amore sconfinato per lui, Napoli l’anno scorso aveva festeggiato Bud Spencer con una medaglia ed una targa per la sua lunga carriera: all’attore era stata consegnata dal sindaco Luigi de Magistris a Palazzo San Giacomo. (agg. di Silvana Palazzo)
Se ti dicono Bud Spencer fatichi a pensare, come prima notizia, che non ci sia più. Quasi fosse un immortale, un Totò, un Eduardo De Filippo. E invece ricorre oggi, 27 giugno, il primo anniversario dalla morte di quel gigante buono il cui vero nome era Carlo Pedersoli. Un interprete poliedrico con un passato da nuotatore da non sottovalutare: fu il primo italiano a scendere sotto il muro del minuto nei 100 metri stile libero. A portarselo via l’anno scorso, a 86 anni, furono le complicanze di una caduta in casa. Ma in un certo senso, a consolare i suoi milioni di fan, è l’idea che quel colosso di Bud non temesse nemmeno la morte, come rivelato nel corso di un’intervista a Il Messaggero del 2014:”Non temo la morte. Dalla vita non ne esci vivo, disse qualcuno: siamo tutti destinati a morire. Da cattolico, provo curiosità, piuttosto: la curiosità di sbirciare oltre, come il ragazzino che smonta il giocattolo per vedere come funziona. Naturalmente è una curiosità che non ho alcuna fretta di soddisfare, ma non vivo nell’attesa e nel timore. C’è una mia canzone che racchiude bene la mia filosofia: “Futtetenne”, ovvero fregatene. E ridici su”.
Per tutti noi era Bud Spencer, ma non per lui, che ogni giorno lo chiamava “papà”. E nessuno meglio di Giuseppe, figlio dell’attore può raccontare chi fosse realmente Carlo Pedersoli. Intervistato da Quotidiano.net, per esempio, ci tiene a sfatare il mito secondo cui Bud fosse un divo che se la tirava un po’ più del dovuto:”Lui non è mai stato un piacione, come si dice a Roma. Non si metteva in mostra, non ostentava il successo. Nella vita privata era un uomo semplice, molto solare, socievole. Solo, non aveva bisogno della pubblicità facile, ecco. Era consapevole del suo valore, non gli mancava l’auto stima. Ha lavorato con grandi registi, ero bambino e lo accompagnai sul set di Torino nera, un film di Carlo Lizzani. Ha recitato anche per Dario Argento in Quattro mosche di velluto grigio, erano amici. Ma non se la tirava da divo”. La cosa più commovente è che anche a distanza di un anno dalla morte di Bud Spencer, l’affeto dei fan, di tutto il mondo, non si affievolisce:”In famiglia continuiamo a ricevere lettere. Anche dalla Cina, persino dall’Iraq. E il messaggio si somiglia sempre: grazie per l’allegria, per la felicità trasmessa”.