È un film del regista Robin Pront, all’esordio con un lungometraggio, con Kevin Janssens, Jeroen Perceval, Veerle Baetens, Jan Bijvoet, di produzione belga. Distribuito da Satine Film, è stato presentato per la candidatura all’Oscar 2017 come Miglior Film Straniero. Prodotto da Savage Film, Bastide Film e PRPL, è un thriller-noir ambientato nella città di Anversa, nel Nord del Belgio, e tratta delle vicende di due fratelli dai caratteri profondamente diversi, coinvolti in una rapina finita male, e del loro rapporto con una donna. La sceneggiatura è dello stesso regista e di Joroen Perceval, il montaggio di Alain Dessauvage, la fotografia di Robrecht Heyvaert, le musiche di Hendrik Willemyns. L’ambientazione suggestiva immette lo spettatore nelle foreste delle Ardenne, tra la Francia e il Belgio, oltre che nel Belgio fiammingo. Le inquadrature del film e la fotografia appaiono particolarmente studiate sia per creare effetti estetici suggestivi, sia per essere utilizzati come strumento narrativo, in particolare nell’introspezione dei diversi personaggi.



Kenneth, dopo un colpo finito male, è andato in carcere e ha tenuto la bocca chiusa sugli altri artefici della rapina, la sua fidanzata Sylvie e il fratello Dave. L’unico obiettivo di Kenneth, una volta uscito dal carcere, sarà quello di ritrovare Sylvie, il suo unico amore. Durante la sua detenzione, infatti, solo il fratello è venuto a trovarlo, mentre l’altra sembra essersi inspiegabilmente allontanata dalla sua vita, il che alimenta ancor di più in lui il forte desiderio verso la sua donna e la frenesia di rivederla e di comprendere le ragioni del suo allontanamento. Kenneth è impulsivo, violento, impetuoso, istintivo e apparentemente irrazionale, mentre Dave ha un carattere profondamente diverso, mite, riflessivo. Intanto, però, proprio tra Sylvie e Dave che sono a piede libero nasce una storia, e Dave non sa come dirlo al fratello, anche a causa del suo carattere timoroso e titubante. Passano gli anni, Kenneth sta per uscire di prigione e gli altri due continuano a tenere segreta la loro relazione, temendo il peggio, in quanto per l’altro Sylvie rappresenta sempre più un chiodo fisso, l’unica fonte di speranza capace di dargli tutta la forza necessaria per farlo resistere in quei lunghi quattro anni di detenzione. 



Il regista Robin Pront sembra convincere soprattutto per la tensione che condisce e orchestra la trama e che mette in evidenza i caratteri e gli stati d’animo dei personaggi. Contribuiscono nell’intento le ambientazioni cupe, dai chiaroscuri intensi, dei boschi oltre alle inquadrature, tra cui quelle realizzate attraverso i finestrini delle automobili e le vetrate, capaci di esaltare i chiaroscuri e di rendere suggestivo il rapporto tra le diverse sfaccettature dei caratteri dei personaggi, percepiti attraverso le espressioni e i tratti somatici, e il pubblico che li indaga.

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